Chiesa di San Vito
Descrizione
La cattedrale sorge sulla cima di un colle con il prospetto principale affacciato su una piazzetta irregolare. Il sagrato, lastricato in pietra lavica, è recintato da un cancello di ferro, opera del foriano Aniello Balsofiore. La facciata è affiancata da due campanili culminanti a pera. La parte centrale è coronata da un timpano poggiante su due ordini di paraste. Vivacizzano il prospetto due decorazioni di mattonelle di ceramica colorata: il pannello centrale raffigurante S. Vito del 1881 e l'orologio del campanile di sinistra. La facciata laterale, a differenza della principale, non ha subito importanti modifiche. Nella parte inferiore, in corrispondenza delle cappelle della navata laterale, si aprono tre piccole finestre ad angoli arrotondati; al di sotto di quella centrale si trova il portale d'ingresso secondario, in pietra grigia, simile a quello di S. Gaetano. In alto si intravedono le cupolette delle cappelle e ancora al di sopra sono le tre finestre della navata centrale leggermente arcuate. Di particolare interesse e originalità è la cupola di S. Vito: è sostenuta da un tamburo traforato da quattro finestre arcate e contraffortata da volute che fungono da canali di gronda, secondo un tipico sistema campano. Vista dall'alto e dal lato posteriore, la copertura della chiesa, con la pittoresca cupola, le altre cupolette e i due massicci campanili, ricorda un gruppo di moschee arabe (Salvati, 1951). La pianta della chiesa è basilicale a tre navate, con abside quadrata e transetto. L'interno presenta una navata centrale coperta da volta a botte con lunette e archi poggiati su coppie di lesene; la navata laterale ha tre cappelle con cupole a sesto ribassato; l'incrocio con il transetto è ricoperto da cupola su pennacchi sferici; cupole a sesto ribassato ricoprono anche l'abside e i bracci della crociera, dove si aprono grosse finestre, all'interno a forma di chitarra e all'esterno a vano arcato. Fastosa è la decorazione interna a stucco della seconda metà del XVIII sec., attribuita da alcuni a Francesco Starace. La muratura è in pietrame di tufo.
Notizie storico-critiche
S. Vito, la cattedrale intitolata al santo patrono di Forio, è la chiesa più antica del comune. D'Ascia (1867) scrive : "questa chiesa è antichissima, non si ha memoria della sua fondazione. [...] I primi registri battesimali rinvenuti portano la data del 1620". L'esistenza della chiesa è documentata già nel 1306 da una bolla che conferma all'Università di Forio il diritto di avere un parroco residente nella parrocchia di S. Vito, ma le ipotesi sulla data di fondazione dell'edificio restano discordanti (Algranati: XV sec.; Monti: XII sec.; Salvati: 1321; Sardella: XIV sec.). Secondo lo studioso don Pietro Monti la chiesa fu costruita presumibilmente in sostituzione di una più antica chiesetta dedicata a S. Vito edificata dagli abitanti nei pressi della marina di Citara, intorno alla quale era organizzato il casale di Forio in epoca angioina. La zona, troppo esposta alle incursioni saracene, venne in seguito abbandonata e il nucleo abitativo si trasferì in un sito più elevato e sicuro, dove venne eretta la nuova chiesa. La parrocchia di S. Vito nei secoli XIV e XV costituì il punto di riferimento del primo nucleo abitato e ricoprì un ruolo molto importante per la comunità locale: la maggior parte della popolazione foriana all'epoca viveva infatti proprio sul colle e nelle campagne nei pressi della chiesa; solo verso la metà del XV sec. il villaggio di Forio cominciò ad espandersi verso il mare, intorno ad un'altra chiesa, S. Maria di Loreto. Nel cortile della chiesa, resumibilmente nel XVI secolo, furono erette due cappelle private, una dedicata a San Martino situata sul lato destro, l'altra intitolata a S. Giacomo Apostolo, sul lato sinistro; entrambe furono demolite, la prima intorno al 1773, l'altra nel 1857, per permettere la costruzione dei due campanili. Interventi avvenuti nel corso del XVIII sec. hanno modificato l'architettura gotica originaria: nel 1735 l'Università di Forio finanziò un ampliamento del complesso, nel 1748 fu costruito l'altare maggiore e nel 1790 furono rinnovate le decorazioni in stucco, il pavimento e gli altari di marmo delle cappelle laterali. Settecenteschi secondo Salvati (1951) sono i due campanili, sormontati da pere tipiche dell'architettura barocca dell'Italia meridionale; D'Ascia informa che una torre è per le campane, l'altra per l'orologio pubblico "recentemente costruito" e che il campanile ospita "la più gran campana del Comune regalata da Ferdinando II nel 1854". Lavori di rifacimento della facciata principale, la costruzione del pulpito marmoreo e la erezione di nuovi altari, vennero svolti tra il 1820 e il 1854. Il rimaneggiamento della facciata, secondo Salvati, è una fredda trasposizione di moduli di Vignola, in sostituzione dell'aspetto originario, molto più rustico e paesano. La facciata laterale ha invece conservato l'aspetto primitivo e ciò la rende particolarmente interessante. Nel 1881 veniva sistemato un pannello maiolicato raffigurante S. Vito. Una lapide sepolcrale posta dietro l'altare maggiore ricorda il parroco Nicolantonio Maltese che, durante la peste del 1656, anziché fuggire in campagna, rimase ad assistere i malati; terminata la pestilenza, in segno di gratitudine, gli amministratori di Forio lo fecero parroco di S. Vito. Nel 1989 la chiesa di S. Vito è stata elevata a Basilica Pontificia.
All' interno della basilica troviamo: la statua lignea di S. Vito del XVI sec., dipinto di Cesare Calise (1636) con “effigi di S. Gennaro e S. Cecilia, una pala di Alfonso Di Spigna con “S. Vito, S. Caterina d’Alessandria e la Madonna “ (1745), un polittico ligneo del XIV sec. rappresenta la “Madonna delle Grazie, S. Caterina d’ Alessandria e S.Vito”,dipinti del 700 “ Madonna del Rosario”e “ Madonna delle Grazie con S. Nicola e S. Rocco”, tela del Montavano con le figure di “S. Giuseppe, S. Aniello e S. Lucia” (1885), statua lignea “dell’Immacolata” dello scultore Antonio Marotta (1858), statua inizio 800 di S. Antonio di Padova scultore ignoto.
Dipinto della “Maddalena” del pittore foriano Domenico Antonio Verde (1710), pala di Alfonso Di Spigna “La Deposizione”. Della metà del 700 risalgono le tele della “Via Crucis” dipinte da un buon pittore della scuola di Salvatore de Rosa; tavola semicircolare di ignoto autore che raffigura” S. Giuseppe che battezza Gesù”.
Info
Secolo di Fondazione: XIV sec.
Datazione: 1300 ca
Orario Sante Messe: dom 9:00, 11:00, 18:00/19:00
Parroco: Canonico Giuseppe Regine
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Opere d'arte
Tele
- Battesimo di Cristo autore ignoto
- Martirio di S. Caterina d'Alessandria autore ignoto
- Sacra Famiglia con S. Anna e S. Gioacchino dell' autore Manecchia Anna Maria
- Compianto sul Cristo morto attr. all' autore Di Spigna Alfonso
- Visione e martirio di S. Vito autore ignoto
- Trinità con S. Gennaro e S. Cecilia dell' autore Calise Cesare
- Maddalena dell' autore Verde D. A.
- Madonna delle Grazie con S. Caterina d'Alessandria e S. Vito, e lunetta raffigurante La Crocifissione autore ignoto
- Gloria della Vergine con S. Vito e S. Caterina d'Alessandria dell' autore Di Spigna Alfonso
Sculture
- Immacolata autore ignoto
- S. Vito dell' autore Sanmartino Giuseppe
Mattonelle
- S. Vito autore ignoto
Stucchi
- Decorazione parietale autore ignoto