Arte
Nasce ad Ischia nel 1903. A venti anni faceva il falegname, nel 1929 partì per Siena; all'accademia s’iscrisse in plastica ornamentale e disegno. La plastica lo appassionò e decise di diventare scultore. Il Mascolo nelle sue opere raccontava la storia della gente. Nelle sue silografie si trova una geometria religiosa; una compostezza ieratica.
Nacque a Forio il 14.2.1901 da una famiglia di patrioti e poeti, decimo di quattordici figli. A vent'anni emigra negli Stati Uniti dove fa un pò tutti i mestieri per vivere onestamente. In seguito ad un grave incidente viene internato in un ospedale psichiatrico dove impara a modellare statue con molliche di pane, sapone e patate. Nel frattempo il padre deceduto e i fratelli, credendolo morto, hanno incamerato nella successione anche la sua parte di eredità. Altre proprietà finiscono alla Chiesa. Rientra a Forio nel 1951 proprio nel periodo in ci vi affluiscono artisti ed intellettuali da tutte le parti del mondo a far corona al grande poeta anglo-americano W.H.Auden che l'aveva eletta a sua dimora dopo la fine della seconda guerra mondiale. Per vivere inizia a dipingere in maniera astratta, espone i suoi quadri nell'androne del palazzo paterno al Corso Umberto I, ma non vende perchè troppo avanti sul gusto dei suoi conterranei. Cambia genere, si fa figurativo, si dà ai ritratti, riprende tutti quelli che vogliono posare preoccupandosi di dare una dimensione psicologica alle immagini. Lavora instancabilmente e per questo ora abbiamo una galleria inesauribile di ritratti dei personaggi grandi e piccoli, ma tutti interessanti, che allora affollavano Forio. La sua arte si può definire materica nei modi che la critica ha definito "action painting". Negli ultimi tempi riprende felicemente i primitivi modi astratti. Muore nel 1981.
Info
Indirizzo: Castello Aragonese, 5Comune: 80077 - Ischia
Tel: +39 081983224
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Francesco muove i primi passi nel campo della pittura sotto la guida del padre Luigi. Impadronendosi presto della tecnica, sulla tela egli esprime i suoi sentimenti repressi, le sue visioni, i suoi sogni. Dai quadri si legge un'altissima poesia che li mette alla pari delle migliori opere della pittura metafisica.
Era un artista primitivo che si aspirava alle tradizioni locali consacrate dagli usi e costumi popolari. Nelle sue opere idealizzava la realtà, ed i suoi personaggi erano concepiti come pastori intenti alle attività quotidiane. Egli è riuscito ad esprimere l'essenza dell'anima ischitana, con un modo pieno di colori ed allegria.
Michele nasce ad Avellino il 16.11.1939 e sin da giovanotto inizia a frequentare alcune botteghe d'arte della zona dirette da valenti maestri.
Inizia così ad apprendere i segreti della pittura secondo la vecchia scuola delle "Botteghe" che favorivano l'apprendistato del mestiere lontano da ogni condizionamento degli insegnamenti accademici. La libertà di esprimersi senza vincoli schematici porta Michele a trovare da subito una sua strada pittorica che gli permette di raggiungere in pochi anni una caratterizzazione e uno stile proprio.
Trasferitosi ad Ischia nel 1957 inizia subito, a contatto con una natura mediterranea che esalta la luce e i colori del paesaggio un'intensa attività creativa ed espositiva.
Ben presto Ischia diventa la sua terra prediletta e la sua musa ispiratrice.
L'azzurro del mare, la dolcezza della pittura ricca di cromatici effetti, le tenue sfumature fanno del Nostro un maestro insuperabile del paesaggio e soprattutto di quello marino.
È quello di Michele Cocchia "un dipingere sereno, un'indagine sulla verità quotidiana priva di complicati significati o di falsi discorsi culturali, una verità che nasce dall'osservazione attenta, precisa che gli permette di cogliere l'attimo o il raggio di sole che incide la forma del quadro…."
Michele Cocchia ha partecipato a numerose rassegne d'arte riscuotendo ovunque consensi e riconoscimenti.
Info
Indirizzo: Via Vittoria Colonna, 23Comune: 80077 - Ischia
Cell: +39 3485148759
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Web:www.michelecocchia.it
Nacque ad Ischia nel 1905, egli rientrò in quel filone di pittori istintivi di cui era stata ricca l’isola. Figlio di una famiglia numerosa che non poteva mandarlo a studiare, Funiciello ricordava con gratitudine il paesista Ricchizzi che scoperse il suo interesse e gli fu disinteressato maestro. Il Funiciello non usò più i pennelli da, quando a Berlino, dove ritorno nel dopoguerra, vide sul pavimento di una sartoria una ricchezza di colori negli avanzi di stoffa, lo prese il desiderio di utilizzare ciò che attendeva la ramazza, nacque l’intuizione di ciò che nella pittura isolana doveva essere novità assoluta: il collage. Compose i suoi quadri con ritagli di stoffa, riscuotendo un successo che gli assicurò una tranquilla agiatezza.
I suoi paesaggi e gli interni, dove l’accordo cromatico del mosaico di stoffa riecheggiavano i toni lieti della sua ultima maniera di pittore con i pennelli, composti con un rigore prospettico che gli costarono assai più che dipingere in modo tradizionale.
Aniellantonio Mascolo
Bolivar Patalano
Clementina Petroni
Francesco De Angelis
Luigi De Angelis
Michele Cocchia
Vincenzo Funiciello