Pizzi di Sant'Andrea
Pizzi di Sant'Andrea
Dalle colline di Serrara scendendo verso il mare lungo un suggestivo percorso che attraverso una gola naturale fra le rocce, ci porta in località Cavascura. La gola è stata scavata dall'erosione dei fenomeni alluvionali che hanno agito sulla natura molto friabile dei terreno sbizzarrendosi nella creazione di fenditure e stretti passaggi fra pareti di roccia ripide che, dopo lunghi tratti d'ombra, si aprono alla luce proveniente dal mare. La friabile roccia è stata in alcuni punti erosa in modo tale da assumere la forma di tante guglie o pinnacoli di una cattedrale: siamo ai Pizzi di Sant'Andrea, o anche detti Pizzi Bianchi.
Molte grotte scavate nella roccia si alternano lungo il percorso, alcune si addentrano profondamente e sono divise in più ambienti da pilastri o improvvisate pareti che sostengono la volta naturale.
Appena più avanti nascosto nella roccia e nella vegetazione, si trova quello che doveva essere un eremo, con minuscole stanze su due livelli collegati da una scala interna, anch'essa scavata nella roccia. Sul primo livello sono ancora visibili un recinto per gli animali, una cisterna per la raccolta dell'acqua, nicchie e incavi nelle pareti degli ambienti, per deporvi oggetti e, in uno spazio esterno, sempre ricavato nella roccia, la cucina con il focolare. Sul livello superiore c'è una piccolissima chiesa con un altarino realizzato nella roccia, illuminato dalla tipica apertura nel soffitto che serviva sia per dare luce sia per segnalare incursioni di pirati sulla vicina costa: un ambiente spartano dove qualche eremita viveva in meditazione.