Belvedere di San Nicola
Belvedere di San Nicola
Il punto più alto dell'isola d'Ischia, la vetta del Monte Epomeo è anche un belvedere che vi lascia col fiato sospeso. Magnifica la vista dell'alba e del tramonto, nelle giornate più terse l'occhio che può spaziare a 360 gradi giunge fino a Capri, penisola Sorrentina, Napoli e Vesuvio, litorale flegreo, Gaeta, Capo Circeo fino alla più lontana delle isole pontine, Palmarola.
Come Raggiungere la Vetta del Monte Epomeo
Il Belvedere, si trova sulla vetta del Monte Epomeo, la più alta dell’Isola d’Ischia, 789 metri dal livello del mare. E' costituito da un blocco tufaceo scavato dal secolare pellegrinare dell'uomo. La vetta è raggiungibile solo a piedi attraverso un sentiero di montagna, abbastanza agevole.
Se siete in auto dovete lasciarla al parcheggio al termine della strada carrabile, seguendo le indicazioni per la vetta del Monte Epomeo, da lì attraverso una mulattiera per ottocento metri, circa 15 minuti di cammino, si giunge alla vetta ed al belvedere.
Se non disponte di Auto, l'autobus vi lascerà al centro del borgo di Fontana, da cui attraverso un vicoletto potete seguire le indicazioni per il Monte Epomeo, distanza 2 km, circa 35 minuti a piedi.
Altri sentieri conducono alla vetta del Monte Epomeo, uno dalla pietra dell'acqua e l'altro dalla falanga, ma sono indicati per gli escursionisti ed amanti della montagna.
Dal libro di Erri De Luca, L'isola è una conchiglia
Sopra l'isola spicca un cocuzzolo di roccia processata da eruzioni. Gli isolani lo chiamano Santo Nicola, per il resto del mondo è monte Epomeo. Circa ottocento metri sul livello del mare un terrazzino fa da sommità. Nei giorni schietti, da là sopra, l'orizzonte si sposta di cento chilometri. Le sue grotte nascosero dalle scorrerie dei saraceni. Poi diventò un arrocco di monaci. Salivo da ragazzo alle celle scavate dal piccone. Un oste senza un occhio le aveva trasformate in ruvide stanzette. I balconcini si sporgevano sugli strapiombi e i boschi di castagni ... Da ogni cima sono disceso in fretta. Non è che un termine di passi di scalata, una metà di viaggio. Solo sull'Epomeo mi sono fermato, steso a chiudere gli occhi sotto il cielo orologiaio della notte, che perdeva olio dagli ingranaggi a ruota delle stelle. La guazza dell'alba sui panni era unta di loro. Da lassù ho imparato che il più vasto orizzonte si ottiene da un punto stretto ...