Si direbbe il tocco finale di una sceneggiatura amara e dispettosa. Dedicare l?opera della maturit?, ?La Desolata?, alla terra d?origine. Che tanto am? e lo fece soffrire. ?Gerusalemme ingrata, la colpa sua detesta, quando, dolente e mesta, ti vide ritornare?. L?indifferenza della citt? per il dolore di una Madre a cui hanno crocifisso il Figlio, ? forse la proiezione di una distanza con cui il musicista foriano Giacinto Lavitrano dovette confrontarsi per tutta la vita. Gli rester? la musica come unico dialogo con l?anima.