Il mare d'inverno è più forte
C’è un’esplosione di vita sommersa nel blu, intorno a noi. Mentre pesci e invertebrati raccolgono energie per la riproduzione, i “gamberetti verdi” della Posidonia cominciano il loro incredibile percorso che li porterà a cambiare sesso: da “padri” diventeranno “mogli”. Stranezze tutte da scoprire...
Il mare è un "oggetto" tipicamente estivo. I più, pensando al mare, si figurano lunghe spiagge assolate, motoscafi, nuotate, creme solari, sassi, sabbia, rastrelli e... impepate di cozze.
Il mare, come gran parte di quanto ci circonda, è considerato un bene di consumo, un oggetto, appunto, da utilizzare senza freni, al massimo delle sue potenzialità. Il mare estivo, peraltro, produce atmosfera vacanziera e può essere vissuto giorno e notte, senza sosta e senza sprechi. Il mare d'estate è come il maiale: non si getta via nulla! Lo si vive dalla spiaggia, sulla barca, a bordo del traghetto e persino di notte, al ristorante, quando le sue risorse gastronomiche, sfruttate ben oltre i limiti di sostenibilità, divengono cultura e svago.
D'inverno, nella mente degli abitanti della metropoli, il mare sparisce! Può riposare in pace, in attesa della prossima vacanza estiva. Diviene allora ostacolo per la navigazione, pericolo minaccioso per le sue onde alte e poderose, poco importante, umida presenza.
Eppure il mare d'inverno è tutt'altro che in riposo. Nei mesi invernali il mare vive davvero al pieno delle proprie potenzialità: diviene soggetto e non più oggetto. Parliamo naturalmente del mare nostrum, il Mediterraneo, nel quale i ritmi stagionali influenzano ecologia ed oceanografia fisica e chimica.
Il mare d'estate è stratificato, perché le elevate temperature dell'aria producono surriscaldamento superficiale. L'acqua più calda è anche meno densa e produce uno strato ben definito. Lo si può percepire quando, immergendoci, sentiamo che l'acqua calda è distinguibile dagli strati sottostanti, che appaiono gelidi al contatto della pelle. Questa separazione di strati viene detta "termoclino" ed ha profonde influenze sugli organismi acquatici. La stratificazione delle acque, infatti, produce separazione chimica e fisica. Le acque più profonde si impoveriscono di ossigeno e di nutrienti, divenendo meno produttive, talvolta addirittura "malate". Non a caso le varie "patologie" del mare che la stampa ci propone annualmente corrispondono proprio ai periodi estivi: eutrofizzazione, inquinamento, mucillagini. Il mare segregato dentro barriere di temperatura, infatti, diviene "cagionevole".
Il mare d'inverno è più forte e indipendente. Lo si comprende bene anche osservandolo dalla superficie. Le stratificazioni termiche vengono rotte dall'idrodinamismo. Così ossigeno e nutrienti possono liberamente circolare, per essere utilizzati da tutti gli abitanti delle comunità planctoniche e bentoniche.
A differenza di quanto accade nel mondo subaereo, in cui l'inverno corrisponde ad un periodo di "riposo" per le comunità naturali, il mare d'inverno è un'esplosione di vita, come qualsiasi subacqueo potrà confermare. Le popolazioni vegetali sono meno sviluppate, a causa della ridotta quantità di luce disponibile, ma stanno accumulando riserve per produrre nuovamente in primavera. Gli organismi filtratori sessili (cioè quelli attaccati al fondo), come gorgonie, spugne, anemoni, sono in pieno sviluppo, perché la maggiore distribuzione di detrito organico e plancton animale, di cui si nutrono, trasforma le loro giornate in banchetti senza sosta.
La pianta marina più importante per le nostre coste, Posidonia oceanica, presenta in questo periodo foglie relativamente corte, perché la quantità di luce utilizzabile è ridotta e la pianta riesce a sfruttarla tutta senza dover ricorrere a lunghe lamine. Anche gli epifiti (le alghe che ricoprono le foglie) sono meno abbondanti, però, per cui le praterie hanno un aspetto verde intenso, molto attraente. La pianta, in questo periodo, raccoglie l'energia solare trasformandola in amido che conserva nei propri rizomi (una sorta di fusto e radici, che si trova sotto la sabbia). In primavera quelle stesse riserve saranno utilizzate per produrre foglie lunghe più di un metro, che permetteranno di sfruttare le radiazioni solari estive.
Pesci e invertebrati, in questo periodo, fanno lo stesso: accumulano energie per la riproduzione, che avverrà in molti casi in periodi primaverili o estivi. Ad esempio, il gamberetto verde della Posidonia, Hippolyte inermis, ha chiuso il proprio periodo riproduttivo lo scorso settembre, producendo una popolazione tutta maschile. Questi maschi cresceranno lentamente nel periodo invernale, e si accoppieranno, in primavera, con individui del sesso opposto. Strano a dirsi, questi individui di sesso femminile sono i loro stessi "padri", che durante l'inverno avranno cambiato sesso! Scopriamo così che i "padri" dell'estate precedente diverranno loro mogli, dopo un lungo inverno di maturazione e cambio di sesso. Sono le stranezze del mare, o almeno, quelle che a noi paiono tali.
È un fatto, però, che il mare che conosciamo, quello che produce incantevoli atmosfere estive e stimola la nascita di nuovi amori, non potrebbe esistere senza questo periodo invernale di ristoro, ricrescita, relativa indipendenza dalle attività umane. Indipendenza solo parziale, intendiamoci, perché il mare continua a produrre risorse indispensabili per la pesca, la navigazione, la ricerca scientifica, costituendo il luogo ove la vita è nata... e continua a rinascere in ogni stagione.