Ischia a Natale e... dopo
Il tempo di “sospensione” scandito dalle feste rivela una consuetudine planetaria, e la “necessità” di rigenerarsi. Dove? Ovviamente nell’Isola Verde, seguendo l’itinerario ideale tra luoghi meravigliosi. Sono la sintesi dei princìpi fondamentali della vita, immersi nella magnifica etica dell’accoglienza. Un “paradiso” per i viaggiatori salutisti e non solo...
La festa della Natività si celebra il 25 dicembre antica data del solstizio d’inverno. Poi fenomeni astronomici e riforme del calendario hanno anticipato questo giorno al 21 del mese. Ma la sostanza non cambia: è il segnacolo del riallungarsi della giornata, della vittoria della luce sulle tenebre, con tutte le implicazioni pratiche e simboliche che questo comporta. E perciò non è solo una solennità cristiana, ma una festa universale, osservata da pressoché tutte le civiltà e le religioni.
Il tempo della festa è un tempo di sospensione dell'ordinario: si cessa di lavorare, ci si veste con gli abiti migliori, si mangiano cibi speciali, si praticano sacrifici rituali ed esercizi spirituali, fisici, intellettuali. E si esce di casa, ci si reca altrove: per un pellegrinaggio in Terra Santa, una gita fuori porta, una vacanza natalizia a Ischia.
Già, perché se si vogliono onorare davvero lo spirito, la lettera e la letterina di Natale, niente di meglio che una vacanza a contatto con la natura, parola (come il suo corrispettivo greco: fysis, da fyo, "nasco") la cui etimologia rimanda alla generazione: quella del dio sole nel giorno del solstizio, quella del Dio cristiano nel giorno di Natale. E allora perché non approfittare delle vacanze natalizie per ri-generarsi, mente e fisico, nella natura di Ischia?
E siccome la natura ha il suo correlato ineludibile nella cultura, e Ischia è isola vulcanica di antichissima colonizzazione greca, sarà inevitabile rievocare i cosiddetti "fisici", ovvero "naturalisti": i primi filosofi ellenici che hanno inaugurato la grande stagione del pensiero in Occidente. Ora, tramontato l'Occidente secondo il filosofo tedesco Oswald Spengler, indebolito il pensiero secondo il filosofo italiano Gianni Vattimo, una corroborante cura termale non può che rinvigorire. Perciò eccoci qui, con più di una buona ragione, e naturale e culturale.
Infatti, sei secoli prima della nascita di Cristo, a tre turchi di recente immigrazione dalla Grecia (a causa di certe condizioni ecomomiche della madrepatria) è venuto naturale interrogarsi sulla nascita della natura: qual è l'arché della fysis, il principio di tutto? Io sono un'anima semplice e potrei fermarmi qui. La grandezza della filosofia, per me, sta già tutta in questa sola domanda. Invece, quei primi filosofi hanno sentito la necessità di rispondersi. E, da bravi meridionali e levantini, hanno risposto ciascuno a suo modo, secondo quell'intollerabile attitudine anarchica e individualista di pensare per proprio conto e contrapporsi l'uno all'altro, tipica dei popoli mediterranei, scaturigine della disorganizzazione per cui andiamo tristemente famosi. E così, tanto per dare inizio alla storia della filosofia, Talete ha rintracciato il principio della natura nell'acqua.
Non ci sono pervenute molte sue argomentazioni a riguardo. Ma a Ischia ce n'è davvero bisogno?
Il suo statuto geografico di isola fa dell'acqua un elemento identitario, al pari della terra: ne traccia i confini, ne condiziona il clima, l'economia, la mentalità; ne è baluardo e connessione, attrattiva e respingimento. Dal mare proviene la sussistenza, con gli imbarchi mercantili, la pesca e le attività balneari. Dal mare proviene il piacere, con la navigazione, il pescato fresco e i bagni rinfrescanti. Dal mare proviene la bellezza: il verde smeraldo della Baia di San Pancrazio e l'acqua turchese della Scannella; il rosa del sole che sorge nella Baia di Cartaromana e il rosso del sole che tramonta sul versante di Forio; le vestigia archeologiche dell'antica Aenaria, la città romana sommersa nei pressi degli scogli di S. Anna; l'ispirazione dei tanti artisti che sono venuti a Ischia. Dal mare proviene la ricerca scientifica: sulla riva destra del porto d'Ischia, si erge la stazione zoologica Anton Dohrn, il cui pittoresco edificio veglia, come una sentinella dalla divisa color cinabro e l'elmo argentato, sull'azzurro specchio acqueo tra Ischia e Procida, che rappresenta, nella sua cornice ristretta, tutte le specie viventi dell'intero Mediterraneo. Dal mare proviene l'isolamento, che preserva le tradizioni locali; dal mare provengono il gusto per lo scambio culturale e l'etica marinara dell'accoglienza, che hanno fatto dell'isola una delle destinazioni più ambite dal turismo internazionale.
Ma per rendere giustizia al buon vecchio Talete, a Ischia ci sono pure le acque meteoriche: piove spesso, e tanto, a Ischia: sul versante est il doppio che sul versante ovest. Questo per un viaggiatore natalizio potrebbe apparire un inconveniente. Ma per il viaggiatore naturalista sono le precipitazioni che permettono il lussureggiare della vegetazione che ha reso celebre Ischia, tanto da averle guadagnato l'appellativo di "Isola Verde". E per il viaggiatore salutista sono le precipitazioni dall'alto, insieme con le infiltrazioni marine dal basso, a rifornire d'acqua le sorgenti termali. Infine, per il viaggiatore filosofo qualche giornata di pioggia è l'occasione per fermarsi a leggere, riflettere, meditare.
Magari su quell'altro filosofo, di Mileto (vale a dire Greco emigrato in Turchia) al pari di Talete, Anassimene, che ha ritenuto di rinvenire la nascita della natura nell'aria, vuoi come "atmosfera", vuoi come "soffio vitale". Ma qui siamo a Ischia e le accezioni di "aria" non fanno che moltiplicarsi: vento per marinai e pescatori; brezza per i villeggianti accaldati; residenza per la ricca fauna volatile: variopinte farfalle, lucciole ammiccanti, api produttive, uccelli canterini e selvaggina di passo, lucrosa riserva venatoria per i cacciatori; veicolo per i profumi naturali delle sovrabbondanti e coloratissime fioriture e per le fragranze soffuse dalla cultura culinaria locale; vapori sudatori e inalatori per i turisti termali e respiro risanato per gli asmatici venuti qui a curarsi; sospiro dolente di chi da Ischia parte e ne soffre subito la nostalgia.
E siccome è Natale, e ci sono le vacanze, e le scuole sono chiuse (anche quelle filosofiche), forse i vecchi maestri Talete e Anassimene si troveranno a Ischia, a ritemprare i fisici provati dall'età: entrambi appassionati di meteorologia, si metteranno naturalmente a parlare del tempo, magari immersi nelle vasche rocciose della Baia di Sorgeto, dove le polle d'acqua bollente consentono bagni marini anche d'inverno. E tali sono la potenza del pensiero e della natura, che potrebbe persino capitare che il principio dell'uno, l'acqua, e il principio dell'altro, l'aria, incontrandosi a dicembre, generino la neve!
E che ne è del terzo filosofo naturalista milesio, Anassimandro? Ha individuata l'origine di tutto nell'àpeiron, un ente misterioso il cui nome starebbe per "senza perimetro", e quindi "indeterminato", "infinito": un concetto più metafisico che fisico, più spirituale che naturale. Però gli studi filologici suggeriscono un'altra ipotesi, un'ipotesi terra terra: ma proprio terra, creta, argilla, "eperu" in accadico, lingua delle civiltà assiro-babilonesi (ora si direbbe siriano-irachene, guarda un po'!), con cui i Greci hanno intrattenuto continui scambi commerciali e culturali. Chi allora più di Anassimandro può apprezzare Ischia, isola terragna, più agricola che marinara, dove gli Eubei, nell'VIII sec. a. C., hanno portato le pratiche viti-vinicole tuttora in vita, grazie alle cantine D'Ambra, Cenatiempo, Tommasone, Calise, Mazzella, Pietratorcia, Giardini Arimei? Isola di terra da coltivare e di terra da modellare, come testimonia la preziosa collezione di manufatti custodita nel Museo archeologico di Pithecusae: Pithecoussai, l'isola dei vasi, il nome greco di Ischia. Isola di terra che cura: Anassimandro non potrà che giovarsi della fangoterapia, prassi terapeutica plurimillenaria qui. Ed esperto di fenomeni tellurici, troverà a Casamicciola l'antico osservatorio geofisico della Sentinella, che conserva ancora gli strumenti ottocenteschi per i rilevamenti sismici. L'uomo giusto al posto giusto e al momento giusto: fu proprio Anassimandro, astronomo provetto, a scoprire solstizi ed equinozi.
Natale a Ischia, alle prese con la speculazione filosofica e con tre dei quattro proverbiali elementi naturali costitutivi del tutto. E il quarto, il fuoco, dove lo mettiamo? A Ischia, sottoterra, a scaldare le acque termali. Nella filosofia, lo associamo soprattutto a Eraclito di Efeso (sempre immigrato turco, di seconda generazione) che individuò nel fuoco il principio della natura: se verrà a Ischia, che al fuoco vulcanico deve la sua stessa formazione, non potrà trarne che conferme ovunque.
Eraclito visse e consigliò di vivere nelle selve; perciò, qui a Ischia gli raccomandiamo i boschi della Maddalena e della Falanga; e poiché trascorse un periodo anche presso il tempio di Artemide, ed è forse il più mistico dei Presocratici, gli segnaliamo pure il boschetto di Zaro, dove il 26 di ogni mese si manifesta un'apparizione mariana, in una perfetta sintesi tra naturale e soprannaturale che farebbe forsanche la felicità di Spinoza.
Ma non solo di natura incolta è fatta Ischia, abbondano anche giardini, orti e frutteti: quelli storicamente ricostruiti del Castello Aragonese, quelli pubblici della Pineta Mirtina e i parchi botanici della Mortella e dei Giardini Ravino. Si troveranno così a proprio agio Platone, la cui Accademia prese nome dalla sua sede, il parco pubblico donato ad Atene dall'eroe Academo; e Aristotele che teneva le sue lezioni passeggiando all'aperto; ed Epicuro, isolano di Samo (sempre Turchia, se la geografia non è un'opinione), la cui dottrina è denominata "filosofia del giardino", perché la insegnava nell'orto di casa sua. E poiché questo pensatore, ingiustamente accusato di edonismo, ma in realtà dedito solo ai piaceri più frugali, soffriva di reni, non mancherà di abbeverarsi alle fonti del Piellero e del Ciglio.
Sul rapporto tra Dio e Natura hanno avuto da dire tanti di quei filosofi che Ischia non basterebbe a ospitare tutti insieme. Si terrà però posto almeno per Guglielmo di Occam, empirista inglese del XIV sec., che nel necessaire da viaggio porterà il suo rasoio, semplice strumento logico per eliminare il superfluo. Strumento tanto più applicabile sull'isola: la miracolosa acqua di Nitrodi lenisce ogni abrasione, anche da rasatura a zero.
E siccome Ischia non è solo natura, Erasmo troverà qui abbastanza follia da elogiare aggirandosi nel caos delle compere natalizie, tra le vetrine delle boutiques "grandi firme" che illuminano le strade di Ischia Porto, Lacco Ameno, S. Angelo.
E per chi, turista o pensatore, proprio non potesse trovarsi a Ischia in dicembre?
Può venire a settembre: c'è il Festival di Filosofia!