Pietra del Turco e del Mago
Eventi storici e leggende contadine
A Nord, la località Celarro, al confine tra la scoscesa cava di Sinigallia e l'estremo lembo del bosco della Falanga, divenne il limite geografico della rovinosa caduta dei massi.
L'insediamento rurale, formatosi in detta località rievoca nella tradizione popolare eventi storici frammisti a leggende contadine; i massi hanno in questo senso denominazioni allusive: pietra del Turco, pietra del Mago, Pietrone.
La pietra del Mago è costituita da un cellaio accuratamente mimetizzato nella campagna circostante che si presenta privo dei consueti fori di aereazione. Sulla parete di fondo, scolpite nella roccia con vistosi caratteri, si leggono la data ed il nome dell'autore; antistante l'ingresso un riferimento litico, infisso nel terreno come meridiana, scandisce il ritmo della giornata lavoratlva.
La pietra del Turco ubicata sull'orlo della cava di Sinigallia è anch'essa datata nel fondo del cellaio, ma gli attuali abitanti, forzando la realtà storica, la ritengono costruita dai Turchi probabilmente a ricordo delle incursioni barbaresche, in realtà tale pietra è proprio la pietra rifugio descritta da Chevalley de Rivaz e poi trasformata in celIai o (vedi successiva nota n. 10). Ora a proposito di queste due pietre, esse presentano la singolare caratteristica
di essere datate e firmate; più interessante ci appare la scritta rilevata
nel primo ceHaio poiché esso risulta essere sormontata da un'incisione che
rappresenta la croce sul Golgota, mentre, sia pure solo in parte traducibile, la
scritta ci dice che l'autore fu un certo Aniello che portò a termine la sua
opera nel giugno a.d. 1794. La seconda scritta ubicata nel -cellaio della casa del
turco con data del 1783 è opera del medesimo Aniello, poiché le due date
sono relativamente vicine. Si può supporre inoltre che tali date si riferissero
all'epoca in cui superata la minaccia dei pirati, le pietre furono trasformate,
In località Pantane, il grande masso detto Pietro ne, poco distante dai
primi due, rimane come un singolare episodio per lo studio delle case di pietra
anche se il suo interno di recente ha perso quasi del tutto i segni della distribuzione
e della destinazione originaria; all' esterno del masso, una lapide
votiva ricorda lo scampato pericolo dall'alluvione del 1910, ma al tempo
stesso si riconoscono gli stravolgimenti architettonici e d'uso legati in gran
parte alle iniziative turistiche che, di recente, si sono prodotte spontaneamente
sull'isola.
Come Raggiungere il Celarro
La pietra dell'acqua, si trova sulla cima del Monte della Guardia, 720 m, la seconda vetta più alta del Monte Epomeo. E' costituito da un blocco tufaceo scavato negli ultimi secoli dall'uomo. La pietra è raggiungibile solo a piedi attraverso un sentiero di montagna, abbastanza agevole. Seguite le indicazioni per il risotrante Bracconiere, e continuate per via Falanga fino alla fine della strada carrabile. Se siete in auto dovete lasciarla lungo la strada, al termine della strada carrabile, da lì prendete una mulattiera direzione Monte Epomeo, attenzione, la strada non è segnalata, seguitela per 1 km, fino alla vetta del Monte della Guardia circa 25 minuti di cammino, e sul sentiero che conduce all'altra vetta troverete la Pietra dell'acqua. Se non disponte di Auto, l'autobus vi lascerà al Cimitero di Serrara, da cui seguite le indicazioni per il ristorante Bracconiere, dovete aggiungere 1,5 km al percorso precedente, e circa 20 minuti a piedi. Altri sentieri conducono alla Pietra dell'acqua, dalla vetta di San Nicola e l'altro dalla falanga e dai frassitelli ma sono indicati per gli escursionisti ed amanti della montagna.
Info
Linee bus: CD - CS
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