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LA MOSTRA / 2
METAFISICA
DEL BORGO DI PONTE
Le grafiche di Pasquale Mazzella
fino al 6 gennaio al Carcere del Molino di Ischia
di Ciro Cenatiempo
’è una verticalità sinuosa e tridimensionalmente concettuale, che
Cproietta gli spicchi di mondo rappresentato in un altrove domestico,
intimo e, allo stesso tempo, universale. Ci sono scene di dettaglio di un
sagrato, abitato da poche anime, dove il sacro è solo «annunciato» da un
lampione ancora spento, e fa decollare la percezione in una dimensione
metafisica, in attesa di una prossima illuminazione, in tutti i sensi. E non
è detto che questa luce si manifesterà dall’Alto verso il Basso… Poi, la
visione insolita e aerea del Castello Aragonese, l’insula minor degli
antichi abitanti di Aenaria che induce a evocare una stratigrafia culturale
necessaria. E, ancora, una serie di dieci proteiformi secchi vuoti in primo
piano, sistemati sotto la fontanina pubblica, preparati per essere - prima
o poi - riempiti con la «miracolosa» acqua di Napoli.
In questi frammenti c’è la consapevolezza che le atmosfere del borgo di
Ischia Ponte sono legate al «tempo sospeso» della memoria collettiva e
della storia. È la traccia dei lavori grafici dell’architetto Pasquale Mazzella,
in mostra fino al 6 gennaio, dalle ore 17 alle 21, negli spazi del vecchio
carcere mandamentale del Molino a Ischia, nell’ambito delle iniziative
natalizie promosse dal Comune.