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AMBURGO, O DELLA CONSACRAZIONE
Come lui stesso racconta, la coraggiosa ricollocazione
nel Nord della Germania ha innescato un boom di
risultati straordinari. «Nel 2019 – spiega infatti Manuel
Di Chiara con la naturalezza che è la sua cifra stilistica
e umana - ho esposto la nuova serie “CARGO2019”
presso il museo portuale di Amburgo, che ha ospitato
la mia personale allestendo per l’occasione un intero
container all’ingresso del museo stesso: 17 le tele
esposte per due settimane. A seguire ho partecipato
a due collettive con quadri della serie “Pop Icons” e
nuovamente “Cargo” nelle gallerie Art 333 di Zurigo
e Living Room Gallery di Amburgo. Di recente ho
firmato un contratto di collaborazione con la AG
Gallery di Amburgo, una delle poche gallerie d’arte
con sede aeroportuale in Europa. Da qui è nato un
progetto che mi ha coinvolto nell’allestimento degli
interni della Lounge dell’aeroporto di Amburgo.
Attualmente sono due, le mie tele della serie “Cargo”
esposte in questi spazi più altre tre dedicate alle sale
vip».
Per quanto mi riguarda è una consacrazione
ampiamente prevista da un bel po’, che certifica
orgogliosamente l’amicizia e l’ammirazione.
L’appuntamento ischitano è accompagnato dalla
presentazione del nuovo calendario 2020 sviluppato
partendo proprio dai lavori grafico pittorici di questa
fase «due». Scommetto che le copie disponibili sono
davvero troppo poche.
In ogni caso, si aggiunge una considerazione sulla
tecnica utilizzata da Manuel, che conferma un
percorso assai rilevante. «Alcuni dei lavori a inchiostro
presentati in mostra – sottolinea - sono arricchiti da
passaggi realizzati a linoleografia, tecnica di stampa
artigianale che si applica tramite l’uso di matrici di
gomma naturale (linoleum) incise a mano». Una
prova? Durante la mostra ci sarà spazio e tempo per
un live painting, una performance imperdibile: è stato
allestito un banco di lavoro «per poter continuare a
sviluppare nuovi soggetti che andranno a sostituire
man mano le opere prenotate dal pubblico».