Questo racconto è tratto integralmente dal decimo capitolo di Sotiro, l’opera prima, quale narratore, di Nicola Pascale, compagno di liceo e fine intellettuale, già docente universitario a Milano prima di tornare nell’isola verde dove ormai lavora da alcuni anni: è un libro delizioso, dedicato alla memoria del padre Salvatore, scomparso di recente, denso di pagine memorabili, forti, originali e preziose. Come questo amarcord che risale al 26 luglio di oltre mezzo secolo fa: rileggendolo in questi giorni che si sono già messi alle spalle da un bel po’ la festa di Sant’Anna e l’estate 2016, riproduce in me un effetto struggente che mi piace condividere con i lettori. Ringrazio di cuore Nicola, per averne concesso la pubblicazione. (ci.cen.)