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Suor Letizia

Suor Letizia - Alcune scene girate ad Ischia 

In Suor Letizia, ? narrata la storia di una suora che torna in Italia dopo anni di missione in Africa e viene subito inviata ad occuparsi della vendita, ad Ischia, di un convento ormai in decadenza. L?impatto della suora con l?isola pu? essere sintetizzato dal commento che ne fa: ?Qui ? peggio che in Africa, sorelle?. In effetti, la vita ? dura, il lavoro nei campi strema, i bambini rubano le capre, i pescatori non hanno i soldi per comprare le reti, l?isola ? spopolata dall?emigrazione?. Dell?isola si evidenzia come non vi sia ancora alcun segno turistico. Suor Letizia scende dal vaporetto, solitaria, il vaporetto serve solo per portare o riportare da Napoli i paesani, che vanno per lavoro. Questo film non ? stato apprezzato dai molti critici che lo hanno considerato un melodramma colmo d?affettazione.

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  •  Titolo Film SUOR LETIZIA
  •  Anno 1956
  •  Altri titoli IL PIU' GRANDE AMORE
  •  Tratto da UN IDEA DI ANTONIO ALTOVITI E GIOSE RIMANELLI
  •  Genere DRAMMATICO PSICOLOGICO
  •  Produzione SANDRO PALLAVICINI PER RIZZOLI FILM, PALLAVICINI
  •  Regia MARIO CAMERINI

 

  •   Fotografia: Gianni Di Venanzo
  •  Montaggio: Giuliana Attenni
  •  Musiche: Angelo Francesco Lavagnino

 

Trama del Film

Suor Letizia (Anna Magnani), una suora che ha passato vent?anni nelle missioni africane ed ? appena tornata in Italia, viene mandata in un?isola del golfo di Napoli (Ischia), dove un convento si trova in precarie condizioni. Ella dovr? regolare nel modo migliore tutte le pendenze, chiudere il convento e ricondurre le poche suore alla Chiesa Madre. Mentre si dedica al compito affidatele, Suor Letizia conosce per caso un povero bambino abbandonato, la cui triste sorte le ispira una profonda comprensione; Salvatore ? orfano di padre, sua madre Assunta ? sul punto di abbandonarlo per seguire in America Peppino, un operaio che ha promesso di sposarla a condizione che ella rinunci al figlio. Mossa da un sentimento di accorata piet?, Suor Letizia accoglie in convento Salvatore insieme ad altri bambini: viene riaperta la scuola, tutto si rinnova e rinasce. Il monastero risorge a nuova vita. A poco a poco Suor Letizia sente destarsi nel cuore un sentimento sconosciuto, un sentimento materno, che la spinge ad affezionarsi in modo particolare a Salvatore. Ma ben presto la Superiora la richiama ed ella comprende che dovr? separarsi dal suo protetto, che appartiene alla sua vera madre. Suor Letizia si reca a Napoli e convince Peppino a rendere regolare la sua relazione con Assunta e ad adottare Salvatore. Il distacco dal suo protetto ? per la suora doloroso; ma l?avvenire del bambino ? assicurato.
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Il Mostro dell'isola

Il mostro dell'isola - Le scene più belle girate a Ischia 

Molti di questi film utilizzano l’isola solo come location, come nel caso del film girato nel ’45, appena terminata la seconda guerra mondiale, “il Mostro dell’isola” del ’53, con la regia Roberto Bianco Montero, in cui l’orrore vi scaturisce per sottrazione più che per potenza visionaria, come nel personaggio di questo film, sublimato nell’immaginario collettivo nell’icona corpulenta e barcollante, dalla faccia ricucita, del mostro di Frankenstein.

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  •  Titolo Film IL MOSTRO DELL'ISOLA
  •  Anno 1953
  •  Genere POLIZIESCO
  •  Durata 90 Min
  •  Produzione FORTUNATO MISIANO PER ROMANA FILM
  •  Regia ROBERTO BIANCHI MONTERO - FRANK FED

 

  •  Attori principali: Boris Karloff, Gianni Breschi, Bruna Camerini, Giuseppe Chinnici, Alberto D'Amario, Domenico De Ninno, Angelo Dessy, Jole Fiero, Carlo Duse, Clara Gamberini, Giuseppe Addobbati, Giulio Battiferri, Germana Paolieri, Patrizia Remiddi, Salvatore Scibetta, Kitty Vinciguerra, Franca Marzi, Renato Vicario
  •  Fotografia: Augusto Tiezzi
  •  Musiche: Carlo Innocenzi

 

 

Trama del Film

Un ufficiale della guardia di finanza, il tenente Andreani, che ha una particolare esperienza della lotta contro i contrabbandieri di stupefacenti, viene inviato nell’isola d’Ischia, dove si sospetta che tale forma di contrabbando abbia uno dei suoi centri più importanti. Nessuno sospetta però che il capo dei contrabbandieri sia, come di fatto è, Don Gaetano, il benefattore dell’isola, colui che ha fondato e mantiene a proprie spese un ospizio per i bambini malati o malaticci. Le indagini iniziate da Andreani irritano Don Gaetano, il quale per indurlo a desistere fa rapire la figlioletta del tenente. Questi non si lascia intimidire e si getta nella lotta con maggior impegno: fingendosi un intermediario, che vuol trattare l’acquisto della droga, Andreani si reca nel covo dei contrabbandieri, dove trova con sua sorpresa un’antica conoscenza, la cantante Gloria D’Auro. La donna però non lo denuncia ed egli può continuare nella finzione. Con l’aiuto di Gloria, la bambina viene liberata; intanto Andreani coi suoi circonda la villa di Don Gaetano ed arresta i contrabbandieri. Ma il vecchio riesce a fuggire con la bimba, che ha ripreso dopo aver ferito mortalmente Gloria. Andreani insegue il delinquente e con l’aiuto di Zar, il fedele cane lupo, affezionato alla bimba, riesce a catturarlo, salvando la figlioletta.
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Il Corsaro dell'isola verde

Scene tratte dal film Il Corsaro dell'isola verde 

Di notevole importanza, per una più ampia conoscenza dell’isola non solo sul territorio nazionale, ma anche all’estero, è stata la lavorazione del film “Il corsaro dell’isola verde” realizzato nel ’52, con la regia di Robert Siodmak, che s’ispira per alcune sequenze di cappa e spada al film ”Il pirata nero”; del quale si dice che nei lontani anni ’20, il divo del cinema muto Douglas Fairbanks Sr, aveva chiesto alla casa di produzione di poter realizzare ad Ischia questo film, ma la proposta cadde nel nulla. Si nota, inoltre dal film, un’insospettata propensione di Siodmak nello sfruttare al meglio la coppia comico-acrobatica Lancaster - Cravat ”Inventata” da Tourneur per il film “La leggenda dell’arciere di fuoco”.

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  •  Titolo Film IL CORSARO DELL'ISOLA VERDE
  •  Anno 1952
  •  Genere AVVENTURA
  •  Durata 104 Min
  •  Produzione HAROLD HECHT/NORMA PICTURES
  •  Regia ROBERT SIODMAK

 

  •  Fotografia: Otto Heller
  •  Montaggio: Jack Harris
  •  Musiche: William Alwyn

 

 

Trama del Film

Un brigantino di pirati, agli ordini del celebre capitano Vallo, cattura nel Mar dei Caraibi un galeone spagnolo con armi, munizioni e 200 soldati, al comando di Don José Gruda, mandato a combattere i rivoltosi dell’isola Salina, guidati da El Libre. Vallo decide di vendere le armi ai ribelli, ma intanto finge di accettare le proposte di Don José che gli offre 50.000 fiorini per la consegna di El Libre. La nave giunge nel porto: durante la notte Vallo scende a terra con un uomo della ciurma e incontra Consuelo, figlia di El Libre, dalla quale apprende che suo padre è in prigione. Egli le promette di liberarlo e, insieme a lei, ritorna sul galeone, dove indossa gli abiti di Don Josè, mentre i marinai vestono le uniformi dei soldati. Preso per l’inviato del Re, Vallo può liberare El Libre e lo scienziato Prudence; ma, riconosciuto, deve rifugiarsi con gli altri sul galeone. Qui i pirati che speravano di poter vendere le armi, avendo compreso che Vallo vuol regalarle agli insorti, si ammutinano. Nel conflitto El Libre viene ucciso; Vallo e Prudence, incatenati, vengono calati in una barca e abbandonati alla deriva. Essi però si salvano e sbarcano incolumi. Messosi a capo dei ribelli, Vallo sgomina gli avversari, riconquista il galeone e libera l’isola (da cinematografo.it). «Mirabile storia di una fra le mille avventure del celeberrimo capitano Vallo (Burt Lancaster), campione invitto della pirateria, terrore del mare dei Caraibi, ladro di tesori e... di cuori. Benché la vicenda si svolga nel XVIII secolo, si vedono impiegati nella battaglia un aerostato, esplosivi potentissimi e un sottomarino. Ma, trattandosi di corsari, sarebbe pericoloso fare obiezioni o domande: fate dunque un atto di fede e, se non riuscite a credere a tutto, credete  alla metà» (Novelle Film, n. 502/1957).
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La scogliera del peccato

“La scogliera del peccato” del ‘50, con la regia di Roberto Bianchi Montero, fu un film realizzato soprattutto nel comune di Forio, con l’immagine inconfondibile della Chiesa del Soccorso. Vi si narra la storia di una donna che porta alla rovina un intero paese, Ischia. ( Mereghetti, 2002). L’isola fa da supporto decisivo al film, che, anche se con la partecipazione di Gino Cervi, è alquanto labile nella trama.

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  •  Titolo Film LA SCOGLIERA DEL PECCATO
  •  Anno 1950
  •  Genere DRAMMATICO
  •  Durata 93 Min
  •  Produzione INTERNATIONAL URANIA FILM
  •  Regia ROBERTO BIANCHI MONTERO

 

  •  Attori principali: Virginia Balistrieri, Gino Cervi, Augusto Ciabatti, Silvia Fazi, Margaret Genske
  •  Fotografia: Carlo Nebiolo
  •  Musiche: Alberto De Castello

 

Trama del Film

Silvano, uomo d’età matura, malaticcio e misantropo, dedito all’alcool, vive solitario nella sua capanna. Un giorno riappare nell’isola Stella, giovane donna di vita dissoluta, che è stata la rovina di Silvano. Essa si reca da lui, tentando di sedurlo ancora, ma quando vede che il vecchio cerca soltanto di nascondere il gruzzolo, fa in modo di propinargli una dose di medicinale tanto energica da provocarne la morte. Stella resta così padrona della capanna e del gruzzolo, e scesa in paese, riesce a sedurre Paolo, giovane pescatore. Costui, subendo il fascino della maliarda, trascura la fidanzata e si lascia coinvolgere nei loschi traffici d’una banda di contrabbandieri. Michele, tornato improvvisamente in paese, impone a Paolo di adempiere alla promessa fatta alla di lui sorella; ma cede poi egli stesso alla seduzione di Stella, di cui diviene a sua volta l’amante. Coinvolto nel contrabbando, Michele viene da prima arrestato, poi rilasciato dopo qualche tempo. Recatosi alla capanna di Stella, la sorprende con Paolo; tra i due uomini s’accende una rissa violenta. Stella, che cerca di favorire Michele, viene respinta e cade in mare. Sparita la maliarda, i due uomini sono costretti a stringersi la mano: nell’isola ritorna la pace.
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Campane a martello

Il film “Campane a Martello” del ’49 con la regia di Luigi Zampa, sembra mostrare l’isola di quei tempi in modo abbastanza reale. Nell’immediato dopoguerra, infatti, nel film, Agostina e Australia sbarcano ad Ischia, dopo aver ricevuto il foglio di via per essersi prostituite, in un paesaggio ancora sconvolto dalla guerra. La vita sembra ricominciare anche per loro. Ischia è una terra di lavoro, dove al porto si puliscono le botti, probabilmente per una ripresa delle esportazioni del ”Forastera”, vino bianco tipico dell’isola; è una terra povera dove basta poco per divertirsi: si organizzano feste di paese con gare di corsa nei sacchi sulla spiaggia. I cumuli di macerie che segnano il paesaggio non sono la sola eredità della guerra; c’è anche il triste fenomeno dell’infanzia abbandonata: i figli illegittimi, nati in seguito alla permanenza della troupe di occupazione, rifiutati per vergogna dalle madri, sono accolti nella piccola chiesa Santa Maria del Soccorso e a prendersi cura di loro è un prete (Eduardo De Filippo) che deve lottare contro l’insensibilità di tutto il paese e in particolare dei suoi notabili. Motivo ispiratore della pessima critica riscossa da questo film è proprio la posizione del regista, che - secondo Aristarco - si è creduto in dovere di prendere, assai maldestramente, le difese delle infelici vittime dell’amore venale contro la condanna borghese.

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  •  Titolo Film CAMPANE A MARTELLO
  •  Anno 1949
  •  Genere DRAMMATICO SOCIALE
  •  Durata 100 Min
  •  Produzione CARLO PONTI PER LA LUX FILM
  •  Regia LUIGI ZAMPA

 

  •  Attori princiapali: Eduardo De Filippo, Gina Lollobrigida,
    Yvonne Sanson, Carlo Romano
  •  Fotografia: Carlo Montuori
  •  Montaggio: Eraldo Da Roma
  •  Musiche: Nino Rota

 

Trama del Film

Agostina è una cameriera, che nell’immediato dopoguerra s’è messa a fare la “signorina”. I suoi risparmi li manda via via al parroco del suo paese, perché glieli conservi. Partiti gli alleati, Agostina si reca al paese, per ritirare i suoi denari. Ma qui l’attende una sgradevole sorpresa. Il vecchio parroco è morto e il nuovo, Don Andrea, non sapendo in un primo tempo a quale uso è destinata quella somma, se n’è valso per creare un orfanotrofio. Ora i denari sono spesi e Don Andrea invoca ulteriori soccorsi. Quando apprende la vera origine dei risparmi di Agostina, Don Andrea, ammalato di cuore, per poco non resta fulminato. Per restituire almeno in parte il denaro, immagina uno stratagemma. Fa suonare le campane e alla popolazione accorsa dichiara che non ha più i mezzi per provvedere alle orfanelle. Ha chiesto invano al sindaco di destinare all’ospizio i denari raccolti per erigere un monumento. Ora è costretto a chiudere l’ospizio ed affida le orfanelle alla popolazione. Le bambine piangenti passano la notte sui gradini del sagrato; ma il sindaco di fronte alle proteste della popolazione manda i denari al parroco, che vuol consegnarli ad Agostina. Ma questa vi rinuncia, e Don Andrea, per le varie emozioni, muore. Ben individuabili i vari luoghi dell’isola.
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Il Mulatto

Aderente all?istanza neorealistica ? il film ?Il Mulatto?, del 1950, con la regia di Francesco De Robertis, che ispirandosi a fatti reali, vuol essere un appello alla giustizia per la risoluzione di uno fra i pi? delicati problemi che la guerra ha comportato. In questione ? il tema della differenza razziale, che aveva gi? trovato spazio, e negli stessi termini, nella canzone ?tammurriata nera?, di sicuro effetto sulla sensibilit? popolare. Ischia con le sue location naturali e con l?ausilio della ?farmacia Mirabella? e il ?Caff?? delle Signorine ?Fiurinte?, offre l?ambientazione adatta per le vicende narrate nel film, essendo anch?essa, vittima di sconvolgimenti sociali, legati alle scorrerie barbare avvenute nel passato. Il film ? tendenzialmente positivo, ma l?argomento scabroso ne fa uno spettacolo non adatto ai giovani; (Bianchi, 1950) pu? essere considerato un melodramma all?apparenza convenzionale, ma che sa affrontare il tema del razzismo con un?intensit? ed un?originalit? capaci di evitare qualsiasi scappatoia per far emergere il problema nella sua interezza. La doppia colonna sonora, fatta di musica napoletana e di musica americana bluse e jazz, sottolinea l?inconciliabilit? di due universi opposti, anche se segnati entrambi dall?emarginazione. ( Mereghetti, 2002).

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  •  Titolo Film IL MULATTO
  •  Anno 1949
  •  Genere GUERRA
  •  Durata 85 Min
  •  Produzione SCALERA FILM
  •  Regia FRANCESCO DE ROBERTIS

 

  •  Fotografia: Carlo Bellero
  •  Musiche: Annibale Bizzelli

 

Trama del Film

Durante la guerra, un suonatore ambulante, Matteo, commette un furto e viene condannato a cinque anni. Mentre ? in carcere, gli muore di parto la moglie. Uscito di prigione, va in cerca del bambino, affidato alle suore; ma il bambino ? un piccolo negro coi ricci biondi, frutto della violenza subita, suo malgrado, dalla moglie, durante l?occupazione alleata. Molto scosso, ferito nei sentimenti pi? intimi, Matteo vorrebbe ripudiare il bimbo; ma non c?? niente da fare: il piccolo mulatto ? per legge suo figlio. E a poco a poco, quasi senz?accorgersene, l?uomo s?accosta al bimbo, ch?? cos? carino, cos? affettuoso. Quando il bimbo s?ammala, Matteo, trepidante, si sorprende a pregare per la sua salvezza. Ormai l?ama tanto che rinuncia alla fanciulla amata pur di non separarsi da Angelo. Ma un giorno si presenta un negro, fratello del vero padre di Angelo, che ? morto in guerra. Vorrebbe prender con s? il bimbo; ? disposto per? a lasciarlo a Matteo, se la felicit? del nipotino l?esige. Ma Angelo, impressionato dal modo di fare dello zio, dalle melanconiche canzoni negre, sente il richiamo della razza e si stringe a lui. Con le lacrime agli occhi, Matteo lo lascia partire.
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Il Dottor Antonio

Il dottor Antonio - 1937 Scene Girate a Ischia 

Antesignano del filone neorealistico risulta essere il film ”Il dottor Antonio” del ’37, con la regia di Enrico Guazzoni, che tratta dei moti del 1848. Il protagonista principale, il dottore Antonio, è condannato a molti anni di carcere, proprio nel Castello Aragonese, che in effetti, in passato, fu luogo di detenzione. Tra i suoi incarcerati per reati politici, ne può annoverare ben 62, tra i più noti: Nicola Prisco (1820-1901), Michele Pironti (1814-1885) e Carlo Poerio (1803-1867), i quali vi trascorsero un periodo tra il 1851 e il 1852, persone di grande ingegno e cultura furono, con l’Unità d’Italia, eletti anche deputati, e diedero un contributo attivo e personale alla causa dell’Unità Nazionale. (D’Ambra, 1987). La critica, però, non è stata molto benevola nei confronti della resa finale del film. Data l’importanza e la possibilità cinematografica del soggetto, poteva avere una riuscita migliore, ma l’inizio è lento e l’interpretazione degli attori risulta essere priva di accenti. (Di Meglio, 1937).

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  •  Titolo Film IL DOTTOR ANTONIO
  •  Anno 1937
  •  Genere DRAMMATICO
  •  Durata 98 Min
  •  Tratto da DAL ROMANZO OMONIMO DI GIOVANNI RUFFINI
  •  Produzione GUAZZONI - PIETRO MANDER
  •  Regia ENRICO GUAZZONI
  •  Fotografia: Massimo Terzano
  •  Musiche: Giovanni Fusco, Umberto Mancini
  •  Cast: Maria Gambarelli, Lucy - Mino Doro, Prospero - Lamberto Picasso, Sir Davenne - Margherita Bagni, Elizabeth - Claudio Ermelli, Tom

 

Trama del Film

Durante i moti del ‘48 in Italia, un dottore ha occasione di incontrare e guarire da una grave ferita una signorina inglese. Tra i due si intreccia un idillio, che viene interrotto a causa della improvvisa partenza del dottore per Napoli, dove egli prende parte alla rivolta. Arrestato, viene condannato a molti anni di carcere. Ma l’inglesina riesce a corrompere un carceriere e a facilitare così la fuga del proprio fidanzato.
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Il Corsaro nero

“Il corsaro nero” è tratto dal romanzo di Emilio Salgari, nel quale la nostra Pithecusa viene contrabbandata per un’isola dei Caraibi. E’ un film popolare, ma realizzato senza economia, con navi vere e con un abbordaggio d’eccellente effetto. L’isola offre, come sfondo ai duelli epici, visioni di mare e di tempeste bellissime e tremende. Di questo primo film il regista ricorda le scene ”le abbiamo girate ad Ischia, una suggestiva isola che ho sempre presente per le sue bellezze naturali. Il clima d’Ischia mi rigenerò molto. Avemmo modo di conoscere le bellissime pinete e di osservare un popolo tranquillo al suo lavoro agricolo. Nel film chiamai per una piccola parte il comico Polidor (…)”. Nel film, fu importante la lunga sequenza in cui Ciro Verratti, signore di Ventimiglia, cavalcava sull’arena dell’incantevole spiaggia dei Maronti, per la prima volta presentata ad una platea grandissima di potenziali nuovi turisti isolani.

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  •  Titolo Film IL CORSARO NERO
  •  Anno 1936
  •  Genere AVVENTURA
  •  Durata 125 Min
  •  Tratto da DALL'OMONIMO ROMANZO DI EMILIO SALGARI
  •  Produzione GIORGIO GENESI PER ARTISTI ASSOCIATI
  •  Regia AMLETO PALERMI

 

  •  Fotografia: Alberto Spagnoli
  •  Montaggio: Alberto Gallitti
  •  Musiche: Maurizio De Angelis, Guido De Angelis

 

Trama del Film

I fratelli Ventimiglia - il Corsaro Nero e il Corsaro Rosso - battono i mari delle Antille contro il Governatore di Maracaibo. Ucciso dal Governatore il Rosso, il Corsaro Nero decide di saldare definitivamente la tragica partita assaltando Maracaibo. Durante la navigazione cattura un galeone spagnolo a bordo del quale si trova, sotto altro nome, la figlia del Governatore. Il Corsaro è preso dalle grazie della fanciulla, ma quando scopre la sua identità l’abbandona in mare su di una scialuppa. La fanciulla viene salvata e ricondotta a Maracaibo, dove viene a sapere, dallo stesso Governatore, di essere solo sua figlia adottiva. E’ così possibile al Corsaro sposarla quando, dopo un furioso combattimento, egli espugna Maracaibo e uccide il Governatore. In una cronaca d’epoca si legge: «Isolani e forestieri hanno avuto una eccezionale sorpresa. Nel porto d’Ischia si erano saldamente ormeggiate due maestose navi antiche artisticamente decorate. Una appartenente alla flotta spagnola del 1600, l’altra appartenente ad una banda di corsari. Un centinaio di losche figure di corsari, dopo aver preso possesso dei locali dell’Ufficio del Forestiero per stabilirvi il quartier generale, giravano spavaldamente per il paese. Bianchi, negri, giapponesi, abbronzati dal mare, sguardi irrequieti, volti orribilmente sfregiati, armati fino ai denti con fucili, pistole, sciabole, pugnali, scuri e martelli. Spingevano cannoni e mortai, portavano casse e apparecchi infernali. Isolani e villeggianti guardavano meravigliati quanto accadeva, quasi ricollegavano l’avvenimento con le gesta piratesche dei secoli passati. Dopo qualche ora di smarrimento la calma è tornata a Porto d’Ischia. I pirati venivano solo per girare un grande film italiano, Il Corsaro nero».

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Info su Ischia

  • Superficie: 46 Kmq
  • Altezza: 789 mt
  • Lat.: 40° 44',82 N
  • Long.: 13° 56',58 E
  • Periplo: 18 miglia
  • Coste: 51.2 Km
  • Comuni: 6
  • Abitanti: 58.029

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