Ischia da mare … una promessa di gioia anche a Natale (2)
Navigare verso Ischia è la prima piacevole esperienza che introduce il viaggiatore nella nostra Isola.
La vista dell’Isola dal mare è impressionante, è una promessa di gioia... come diceva Kaden. Le coste frastagliate cinte da neri blocchi di lava contro i quali si frange il mare… poi la spiaggia che penetrando all’interno fra le rupi si incontra con la più lussureggiante vegetazione.
La rigogliosa ginestra, l’ulivo argentato, la vite, il pino, il lentisco, l’alloro tutte le gradazioni del verde che formano un incantevole armonia con l’azzurro delle onde del Tirreno e marrone chiaro del suolo tufaceo.
Chi soggiorna sulla nostra isola deve concedersi l’esperienza di una gita in barca per conoscerla nei suoi aspetti naturali. Solenne, possente e superba questa è la fiera Ischia che vediamo dal mare.
Partiamo dal tratto più settentrionale dell’isola nei pressi del Porto di Ischia o Pantanello come si chiamava un tempo. E’ un cratere antichissimo. Una volta era diviso dal mare da una foce di soli 30 metri. Per volontà di Ferdinando II di Borbone fu trasformato in porto. La Punta di Sant’Alessandro chiude il porto ad ovest e li si ritrova una distinta caletta, la spiaggia degli Inglesi dove detriti di lava nera emergono a forma di scogli dal mare. Da Punta del Castiglione fino a Punta Perrone la costa è frastagliata e la vegetazione, sempre lussureggiante, cresce all’ombra del monte Tabor e del monte Rotaro. Eccoci arrivati alla Marina di Casamicciola, da cui la vista è rapita dalle morbide alture di un verde intenso. Dalla Marina di Casamicciola, superata la Punta del Pozzo, raggiungiamo la spiaggietta di Lacco Ameno. La costa è affascinante e pittoresca e si chiude alle spalle con le colline di Mezzavia, Pannella e Castanito. Il confine estremo a nord ovest è il Monte Vico; li troviamo la piccola, ma romantica baia di San Montano. Raccolta tra uno dei più bei parchi termali dell’Isola e un’antica torre (oggi rinomato albergo). La spiaggia si confonde con la macchia mediterranea che generosamente adorna la baia e si estende fino al bosco di Zaro dove si leva con tutto il suo fascino La Colombaia di Luchino Visconti. La vegetazione caparbia si estende fin sulla lava che, precipitata giù dal monte Falconera, ha incontrato il mare e si presenta con forme bizzarre e a volte inquietanti. Le cupe rocce, selvagge e frastagliate, formano la Punta Caruso. E da qui l’occhio del navigante si perde nella riva della Chiaia prima, il Porticciolo di Forio e Punta del Soccorso dopo. Questa punta è una roccia che si protende nel mare, dalla quale si eleva il Santuario della Madonna del Soccorso, una chiesa bianca e ospitale a cui si rivolge il pensiero di tutti i pescatori nei momenti di difficoltà. Poco distante dalla Punta del Soccorso verso sud, Le Camerate, isolotti nuotanti in mezzo al mare. Da qui, e fino alla baia di Citara la costa tufacea è stata soggetta a forte erosione. Così anche gli scogli che un tempo avevano assunto forme emblematiche, come il becco dell’Aquila o gli Scogli degli Innamorati, oggi si presentano mutati. La costa tufacea, spesso ricoperta da canneti, si estende fino alla spiaggia di Cava dell’Isola. Le “Pietre Rosse” interrompono la spiaggia di Cava e introducono la Baia di Citara. Una serie di scogli, la Pietra Bianca, la Pietra Spaccata, la Pietra Nera, lo scoglio del Gabbiano, sembrano voler difendere questo angolo di Paradiso così vulnerabile, un tempo agli attacchi dei saraceni…oggi, ahimè, dai suoi stessi abitanti. La Citara ischitana deve il suo nome alla Venere Citarea, a cui i siracusani innalzarono un tempio in questa costa. La Baia è chiusa a meridione da Punta Imperatore alla cui estremità, nel verde intenso della macchia mediterranea, sovrasta il vecchio faro della Marina Militare. Da Punta Imperatore, verso sud fino a Punta Chiarito la costa è frastagliata, ma assolutamente incantevole: selvagge pietre laviche non toccate da nessuno se non dalla forza del mare e del vento che le hanno scolpite a perfezione. Così ad esempio distinguiamo la Pietra della nave.
Ai piedi di Punta Chiarito si trova una delle Baie più suggestive dell’isola, Sorgeto. Ciottoli neri che formano piscine naturali di acqua calda. Alle spalle di Punta Chiarito si distingue la Punta Sant’Angelo che forma un promontorio di basalto lavico legato all’isola da un istmo dove si trova una piacevole spiaggia: la Cala del Rosso. Sant’Angelo si presenta come un insieme di casette bianche, celesti, rosa, tra le quali spunta la buganvillea, il cappero e i fichi d’India.
A est di Sant’Angelo si trova la Marina dei Maronti. Dalla sabbia nera e calda delle Fumarole si arriva ai ciottoli delle Petrelle. Dalle collinette vulcaniche che si estendono verso l’interno, scorrono le acque di due sorgenti minerali che sulla spiaggia si mescolano con l’acqua del Mare: Cava Scura e Olmitello. La Punta della Gnora, superba e imponente chiude ad est la Baia. Poco più avanti la “Scarrupata di Barano” uno dei luoghi più selvaggi dell’isola. Il mare verde, una piccola spiaggia sassosa resa ospitale da piccole vigne, un orto strappato alla roccia, un piccolo ristorante, un pontile di legno. La parete è meravigliosa: tufo bianco, giallo, lava nera, lapilli rossastri, dove si inerpicano, agavi e fichi d’India. La costa prosegue massiccia e impervia, Punta Cavallara, Capo Portella, Punta San Pancrazio fino alla baia di Cartaromana dove si ritrova un ambiente ospitale con le sue Torri, il borgo dei pescatori, il Castello Aragonese. Le pareti verticali del Castello incutono timore ma, ancora una volta, la magnifica vegetazione riesce a mitigare anche gli ambiente più ostili. Così si intravedono gli orti, i sentieri aromatici, i lentischi, gli elicrisi. Superato il Castello lo sguardo si perde nel Borgo di Celsa, ora Ischia Ponte, cercando di distinguere i contorni indefiniti delle piccole case, cantine e chiese.
Ed ecco che il nostro viaggio giunge al termine, prima Punta Molino, con la piccola spiaggia, la lava nera e l’antico carcere, poi la spiaggia dei Pescatori ed infine Punta San Pietro, che delimita ad est il Porto di Ischia, nostro punto di partenza. Una collinetta verde coronata dalla bella villa di Anton Dohrn, fondatore della stazione zoologica di Napoli, oggi laboratorio di ecologia marina, un luogo della conoscenza di fondamentale importanza per la tutela del nostro ambiente.
Ed è proprio all’ambiente naturale, alle peculiarità morfologiche, alle varietà florofaunistiche, risorse uniche ed inimitabili di questa nostra terra, che andrà la riconoscenza per le intense emozioni che una gita in barca saprà regalarci.