Agosto, chi ama Ischia la racconta
Moltissimi uomini e donne si dicono «innamorati di Ischia». Può sembrare banale, forse retorico. Chissà. Di fatto il numero degli spasimanti è molto più alto di quanto si possa immaginare. Fidatevi.
L’isola è così bella, di una bellezza ogni giorno e in ogni suo luogo diversa, che può ammaliare chiunque ne sfiori il «corpo», le spiagge o le colline, non dissimulando il gusto di rinverdire un mito antico, e una dimensione afrodisiaca che appartiene alla sensibilità umana avvolta dal piacere e dalla Natura.
Ma cosa accade quando il sentimento si fa così forte, da debordare, oltre il godimento dell’appeal insulare in clima vacanziero, in felicità ed entusiasmo?
Spesso si trasforma in necessità di narrazione creativa. O, soprattutto – ed è quello che a noi piace – in prova di stile, esercizio di scrittura.
In questo numero se ne trovano esempi magistrali, con contributi che inorgogliscono il nostro magazine. Il «Bracconiere» di Gianpaolo Porreca è un racconto emozionante ed esemplare, impresso tra le pietre del Monte Epomeo: è un inno all’amicizia che fa pendant con il magnifico dono di appassionata competenza di Furio Durando, dedicato al destino futuro e ideale del museo di Villa Arbusto. La loro firma torna sulle nostre pagine e ci esalta, per originalità e potenza. In questo fiume di sensi amorosi si lancia il professore Mauro Calise, con un ricordo preziosissimo e inedito dello zio, lo chansonnier della modernità ischitana, il fantastico Ugo Calise. E la corrente accoglie il viaggio antropologico tra le sagre di Graziano Petrucci; e l’immersione nel parco – guarda un po’ – di Aphrodite; o l’escursione tra i personaggi dell’artigianato scovati con garbo e gioia da Gina Menegazzi; o, infine, il sogno filosofico di Raffaele Mirelli, con la sua visionarietà senza frontiere. Come Ischia. Come noi.
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