Malattia
Quando i medici con le cure “ufficiali” non riuscivano a guarire il malato, si ricorreva a cure e a figure alternative.
La cura con le sanguisughe era affidata ad una donna, chiamata mammena (levatrice) perché assisteva anche le donne durante il parto. Le sanguisughe erano chiuse in barattolo di vetro e applicate dietro le orecchie.
In caso di mancata guarigione il rimedio estremo cui si faceva ricorso era la rassa. I parenti del malato bussavano alle case per chiedere un segno di interesse e solidarietà: raccoglievano lardo, gocce di olio, semi di grano, qualche pietra di sale, verdura, legumi. Questi doni venivano bolliti e versati in un bagno caldo in cui veniva immerso l’ammalato.