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L’ACQUA CHE SCORRE
C’è sempre acqua che scorre nei presepi. Il fiume innanzitutto, con la sua forte carica
simbolica di elemento di passaggio tra la vita e la morte, sottolineata solitamente
dalla presenza di un ponte. A Ischia non c’è un fiume, ma l’acqua non manca. Quella
sottoterra, dell’immenso bacino termale che ha reso l’isola famosa nel mondo, e quella,
dolce, delle sorgenti che hanno reso possibile l’insediamento umano fin dall’antichità.
Ci si ispira spesso a Nitrodi, la fonte delle ninfe sacre ad Apollo, le cui proprietà
medicamentose erano già note e ampiamente sfruttate dai Romani. Ma la ricostruzione
ricorrente dell’acquedotto cosiddetto dei Pilastri, che segna il confine tra Ischia e
Barano, riporta alla sorgente di Buceto, nel cuore verde e selvaggio dell’isola, tra i fitti
castagneti che accompagnano uno dei percorsi naturalistici più appassionanti. Acqua
preziosa, che grazie all’acquedotto costruito dal 1590, ottant’anni dopo raggiunse il
borgo di Ischia Ponte, dirimpettaio del Castello sull’insula maior.