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LE FINESTRE APERTE DEI BORGHI

       Come vuole la tradizione napoletana, la vita
       quotidiana degli uomini impegnati nelle più
       varie attività, tutte fortemente simboliche
       ed evocative dei vari periodi dell’anno, è
       parte  integrante  della  ricostruzione  del
       presepe, solitamente collocata nella parte
       centrale della costruzione, in posizione
       strategica per indirizzare lo sguardo sulla
       scena principale della Natività. Il presepe
       ischitano rispetta pienamente questa
       impostazione con tutti i significati che
       sottende, ma non trascura di rielaborarla, per
       renderla  più fedele all’ambiente isolano. E,
       dunque, si ispira ai borghi di mare e di terra,
       ricavandone gli elementi comuni e ricorrenti
       per  ricreare il  borgo  protagonista  dello
       “scoglio”. Con le botteghe degli artigiani
       al lavoro e dei venditori che espongono i
       prodotti tipici dell’agricoltura e della pesca.
       E con l’immancabile taverna, la fontana e il
       lavatoio, il forno con il pane appena sfornato
       e i crocchi di uomini e donne che lavorano,
       discutono, contrattano.
       E poi ci sono le case, che spiccano con i muri
       rosa, gialli, bianchi e i balconcini di ferro
       battuto, abbelliti dai pendoli di pomodori
       e dai  panari di giunco. Come quelli che
       si incontrano nei vicoli di  Ischia Ponte,
       nel cuore di  Lacco Ameno e di Forio, a
       Buonopane,  a  Panza  e  nei  piccoli  centri
       abbarbicati sui fianchi delle colline e giù fino
       a Sant’Angelo, nel grumo di case affacciate
       sull’isolotto della  Torre. Case antiche, con
       tanti archi e le caratteristiche scale esterne “a
       collo d’oca”, ancora oggi elementi distintivi
       dell’architettura tipica ischitana che il
       presepe custodisce e rilancia.  Tante finestre
       in quelle case, aperte per far entrare il sole,
       anche d’inverno.  La maestria del presepista
       riproduce arredi e oggetti d’epoca. Cuscini
       appena sprimacciati sui letti, coperte
       ricamate e perfino le  riggiole dipinte dei
       pavimenti che, come le anfore per l’acqua,
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