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evocano la storia ultramillenaria
delle produzioni ceramiche ischitane,
dall’epoca di Pithekoussai e dei suoi
rinomati vasai, i primi a firmare i loro
prodotti diffusi in tutto il Mediterraneo.
L’EPOMEO
AL CENTRO DELLA STORIA
A dominare lo “scoglio” natalizio, c’è il
monumento naturale più imponente,
che sovrasta l’isola e ne governa i delicati
equilibri: l’Epomeo. Gli elementi si
sono sbizzarriti a modellarlo nel tempo
e i maestri presepisti raccolgono ogni
anno la sfida di riprodurre meraviglie
come i Pizzi Bianchi, canali, forre e
massi di pietra dalle più varie forme,
fino alla vetta, maestosa contro il cielo
azzurro. Lì, nel luogo più amato e più
raccontato dai visitatori forestieri di
ogni epoca, è scavato nella roccia viva
l’antico eremo con la chiesetta dedicata
a San Nicola. L’ideale cornice, semplice
e solenne, della Natività. Dove la notte stellata potrebbe riservare anche la sorpresa di una
cometa. Prima che i delicati bagliori di luce dell’alba annuncino la nascita di un nuovo giorno.
abilissimo a plasmare figure in terracotta e diede inizio ad una vera scuola di artisti del
presepio.
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THE ISLAND CRIB, ROCK IN THE ROCK
The rock. In his “Rime” it is so that poetess Vittoria Colonna used to define the islet of the Castle to
which so much of her life was tied. For the people of Ischia, it is familiar, their entire island, of hard
volcanic rock shaped by the incessant action of the weather elements. Both, the minor and the
maior insula, are accurately reproduced in scale in other “rocks”, as experts and enthusiasts call
cribs in jargon. Complex structures, even of considerable size, borrowed from the ultra-peculiar
Neapolitan tradition of which they respect their inspiration and techniques, but revisiting them
according to canons that immediately identify the unmistakable “Ischian style”. Obtained from
the observation and re-elaboration of the characteristic elements of the territory. In short, it is
the island that becomes a nativity scene. And the natural rock of rock, earth and sea ends up
enclosed in paper rock, cork and moss. Proposed in many versions, always original, in churches,
in villages, in homes. In a continuous dialogue and comparison among the views admired from
the outside and the details of the accurate nativity scenes inside.
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