Il Vicolo di San Gaetano
E' ormai da qualche anno che il vicolo di San Gaetano sembra essere tornato un punto di riferimento per il passeggio diurno e notturno di Forio.
Gli antichi depositi di pescatori e le antiche abitazioni che si vi affacciano a poco a poco si sono rifatte il look, modernizzandosi e rendendosi più accoglienti. L'estate 2012 sembra aver definitivamente consegnato alla popolazione locale e ai turisti un piacevole luogo di intrattenimento tra la passeggiata classica del Corso e la movida della zona portuale, caratterizzato da un'offerta non più solo limitata alla ristorazione e allo svago notturno ma anche rivolta alla cultura e alla manifattura locale.
Si ha la sensazione che lo gnomone della meridiana della vicina chiesa di San Gaetano sia tornato indietro di qualche decennio, quando il vicolo, nei ruggenti anni dello sviluppo turistico locale, ha vissuto il suo periodo di massimo splendore.
Come dimenticare le estati degli anni Ottanta quando le tavernette del vicolo offrivano agli avventori i piatti semplici ma gustosissimi della tradizione locale e i piano bar allietavano fino a tarda ora gli amanti della vita notturna.
Quante storie d'amore, durature o di una sola notte, sono nate sotto le note di Vito Colella nel suo celebre Coricò, locale sempre gremito dove si potevano incontrare importanti uomini d'affare, spesso appartenenti alla famiglia Sachs, da sempre innamorata dell'isola e tuttora presente nel vicolo con una piccola galleria d'arte etnica, artisti di grido, ricchi villeggianti o semplicemente turisti comuni e playboy locali, tutti uniti dalla voglia di passare una serata sopra le righe.
Quanti giovani squattrinati hanno passato le loro serate in quell'angolo alla fine del vicolo, seduti sulle soglie dei magazzini di vino ad aspettare il momento giusto per spendere il risicato budget programmato per quella serata.
Quante caraffe di vino della casa e quante portate di impepate di cozze sono stati consumati sui tavoli, gli stessi splendidi e sgangherati di oggi, della taverna "da Pappone", l'ultimo storico locale a resistere al passare degli anni e delle varie crisi susseguitesi: saranno state le cozze, che Pappone sceglie di persona con grande cura, sarà stata l'atmosfera naif, fatto è che ormai "da Pappone" è uno dei locali più longevi di Forio.
Erano quelli anche gli anni in cui l'antico portone della libreria Mattera veniva aperto ogni mattina dal signor Vito che nel lontano 1966 aveva scommesso in un settore, quello delle librerie, ancora inedito e poco seguito sull'isola.
Un precursore dei tempi Vito Mattera, che nel corso degli anni aveva saputo trasformare una vecchia grotta di tufo utilizzata dai pescatori in un cenacolo culturale dove, tra scaffali zeppi di libri di ogni genere, si riunivano i pochi intellettuali locali per discorrere di arte, letteratura, politica.
Un cenacolo che nel periodo d'oro di Forio ha saputo anche incuriosire i tanti artisti e letterati famosi che frequentavano l'isola: non era raro, infatti, incontrare nel "disordine organizzato" della libreria, Alberto Moravia, Natalino Sapegno, Aldo Pagliacci, Renato Guttuso e tanti altri.
Addirittura molti di questi artisti organizzavano pure delle esposizioni personali mettendo a dura prova le capacità organizzative di Vito che doveva trovare il giusto spazio per ospitare opere anche di grande valore; imprese che lo impegnavano fino a notte fonda ma che poi venivano premiate dalla grande affluenza di pubblico.
Ben presto la libreria divenne un punto di riferimento per tutta la popolazione; pochi i foriani che non ci hanno messo piede in quegli anni: chi per passione propria, chi per fare un regalo, chi per comprare i libri scolastici, trovando sempre grande disponibilità e gentilezza.
Fu davvero triste il giorno in cui il portone di legno con i grandi vetri che davano luce alla antica grotta chiuse definitivamente, lasciando Forio priva di una vera libreria ma non della voglia di continuare a diffondere il sapere: gli spazi della vecchia libreria, infatti, hanno continuato ad essere usati a scopi culturali dalla famiglia Iacono che negli ultimi anni ha aperto il suo punto degustazione vini Pietratorcia ai tanti personaggi noti venuti a Forio per presentare i propri libri o semplicemente per discutere di attualità o di storia, portando a termine un interessante esperimento di fusione tra eccellenze produttive e intellettuali.
E a proposito di eccellenze, poco più su del punto degustazione Pietratorcia, sullo stesso lato della strada, da pochi mesi ha aperto le porte del suo atelier il famoso ceramista locale Franco Calise, storico collaboratore di uno dei maestri ceramisti più celebri di Forio, Taki Calise, attivo a partire dagli anni Settanta nella sua storica officina lungo il corso di Forio e autore di alcune tra le più belle opere ceramiche presenti sull'isola.
Non poteva scegliere posto migliore Franco Calise per ritornare a presentare ai suoi concittadini il suo talento, conosciuto ed apprezzato ormai da Roma a New York; non poteva che sistemarsi laddove la storia di Forio ha visto scritte pagine importanti, a pochi passi da una delle opere architettoniche simbolo di Forio, la chiesa di San Gaetano che sembra fondersi con le opere di Calise, sembra volerle inglobare nelle sue storiche fondamenta, sembra volerne animare le forme con il suo misticismo.
Questo è oggi il vicolo di san Gaetano: uno straordinario punto d'incontro tra arte, architettura, letteratura, sapori e odori, a pochi passi dal mare e dal tramonto foriano.
di Antonio Castagliuolo