La Cantina del mare. Porto di artisti, sogni e destino
Incontro Patricia Gialloreto e Pierpaolo Iovinelli a Lacco Ameno. Lui jeans, camicia bianca e barba incolta. Per lei un abito dai colori sgargianti che esalta il biondo dei capelli e la carnagione chiara. Compagni nella vita, la loro storia è creata dal caso o da una combinazione di scelte. La Cantina del Mare è un porto. Un luogo romantico dove la gente va e viene. Nato dall’intreccio di sogni e desideri ha la missione di far conoscere Ischia, il mare, i suoi sentieri con i panorami stupendi.
Si può approdare per gustarne il cibo o salpare alla ricerca di esperienze o trovare l’amore com’è capitato a loro. Inglese, francese e svedese, gli idiomi si diffondono in un brusio di voci che s’incrociano col tintinnio dei bicchieri che fa da colonna sonora all’allegria.
Nino, il manager, gestisce tutto con rara accoglienza mentre Marilena, attenta, sorveglia i tavoli. Qualche volta regala piccoli suggerimenti per rendere i piatti speciali. Martina, la direttrice e figlia di Pierpaolo, controlla che tutto proceda per il meglio. Le discussioni passano dalla descrizione sulle pietanze a confronti su progetti e idee. S’intrecciano tra la cucina con prodotti locali e il fascino per un gusto ricercato. É il ristorante che Pierpaolo ha sempre voluto.
Nel 2001 dopo l’Inghilterra torna a Napoli in una società legata al NBA. E’ destinato però a seguire l’intuizione che lo porterà a Ischia per realizzare un host cosmopolita. Superate con caparbietà le difficoltà iniziali, oggi di qui transitano attori, stilisti, imprenditori. Russi, francesi, americani, inglesi, bulgari, svedesi e australiani si ritrovano nella voglia di vivere le tradizioni di un luogo pure attraverso una tavola ricercata.
La Cantina del Mare è una tappa obbligata e tornano una o due volte l’anno. Ci si può trovare seduti accanto al produttore canadese Paul Haggins oppure allo stesso tavolo con Hanna Jos Olsson, svedese che vive a Pechino. Paige McCready Boer fa la stilista a San Diego, è di casa per almeno due settimane l’anno. Con alcuni sono rimasti in contatto, con altri hanno un legame di amicizia. Patricia e Pierpaolo, quando possono volano a New York, Los Angeles, San Francisco o in Europa dai loro amici.
Un grande universo internazionale in una piccola Lacco Ameno, così lo definisce Pierpaolo, ed è «la filosofia che per caso Patricia ed io abbiamo scoperto di condividere. Portare il mondo qui, persone che vogliono conoscere l’isola e costruire relazioni umane».
La Cantina del Mare è un posto fatto di rapporti dalla mentalità aperta incastrati nelle tradizioni locali. La mente corre alla Lacco meno degli anni ’60 quando era salotto dello jet set hollywoodiano e, prima, alla Forio che contaminata da stili e culture ospitava musicisti, scrittori e poeti al Bar Maria.
A parte pochi momenti che si concedono per rilassarsi davanti a un calice di vino al fresco dell’ulivo posto a guardia della piazzetta, Patricia e Pierpaolo sono sempre di corsa. Lei alterna battute ironiche e silenzi ragionati a differenza di lui che non nasconde la fierezza dei suoi progetti, poi il lavoro lo chiama e scappa in cucina. Patricia ha mezz’ora prima della lezione di canto con il maestro Salvatore Ferraiuolo. «Mi piace la musica è un linguaggio universale come la bellezza e l’arte, e poi adoro cantare». La sua voce è bellissima. Sta pensando di riprendere a studiare pianoforte e scrivere racconti brevi «mi serve solo un po’ di tempo per cambiare passo». Papà di Pescara e mamma di Montreal. Con Pierpaolo si sono conosciuti nel suo ristorante. «Era un halloween di tre anni fa un periodo insolito per me, perché mi spostavo solo d’estate», sarà stato il caso. Da allora condividono passioni e idee. «Mi ha sempre dato buoni consigli, Pierpaolo», dice orgogliosa. Donna dalla compostezza raffinata come i suoi gusti, ama il mare perché «ogni volta cambia ma è sempre lo stesso, mi da lo spazio per pensare», come forse le concede La Cantina del Mare nel flusso continuo di storie e persone. Laureata in storia e lingue straniere, in Canada faceva l’insegnante. Un giorno, per caso, decide di seguire un sogno: studiare e vivere cultura e lingua di un altro paese. «Non è questione di coraggio, anzi il coraggio è rimanere in un luogo quando vedi che non è il tuo. Le scelte si fanno quando devono essere fatte», afferma. Invia curriculum all’estero. Arrivano offerte da Giappone, Francia e Italia. Vuole conoscere le sue origini – «a casa si parlava solo inglese e francese»–, sceglie il Bel Paese. Prende un anno di pausa dalla scuola e parte per Roma come docente in un istituto internazionale. Era il 1995. Dopo vari solleciti che la invitavano a tornare in patria sceglie di restare nella capitale. Decide che ogni fine settimana lo dedicherà alla scoperta di un posto diverso: un week end a Procida, quello dopo a Capri e via così, per non smettere di conoscere l’Italia. Lascia la docenza e tra corsi di formazione e ricerche di mercato – rimane cinque anni in un istituto di ricerca – stabilisce la sua nuova dimensione. Nel tempo libero tiene lezioni d’inglese per arrotondare e tra i suoi allievi ci sono parlamentari e senatori. Prova l’ennesimo salto, questa volta resta senza occupazione, «l’occasione è sfumata a causa dell’attentato alle torri gemelle di New York». Era il 2001. Un 11 settembre anche per lei che sostiene colloqui senza risultato. Non ci pensa a lasciare l’Italia, sostenitrice del piano B cerca altre occupazioni. Receptionist in un centro estetico e traduzione di siti web sono il meglio che riesce a trovare. Pierpaolo in quello stesso anno investe le risorse per il suo progetto. Il caso, ancora una volta, un giorno le fa conoscere il dirigente di un centro d’innovazione dell’Algida. «Mi lasci il curriculum», le disse. Da lì a breve si trova catapultata in un misto culturale tra 13 nazionalità diverse e 62 nazioni. Quattro anni dopo passa alla Knorr, parte per Amburgo ma non era il suo posto e torna a Roma. Poi entra alla VF International casa di marchie come Timberland, The North Face a Lugano. Solo nel 2012 arriva a Ischia. L’isola è la dimensione che cercava, lontana ma a poche ore dagli scali di Roma e Napoli. Prima alla Regina Isabella, l’anno dopo al Reginella. Il cerchio sta per chiudersi e decide di cercare casa. Intanto conosce il suo attuale compagno che è nel pieno del suo progetto e, stanca, medita di uscire dal circuito delle multinazionali benché il suo fosse un guadagno alto. «Mi piace la gente che vuole crescere e imparare perché così si possono condividere le esperienze». Lei e Pierpaolo vogliono realizzare un wine club. Uno spazio poliedrico per dare voce alle eccellenze campane, parlare di vini, arte, gustare musica e sigari con gli amici. Il futuro è nella convivialità cosmopolita e parla tutte le lingue del mondo.
Per questo non c’è prezzo.
Di Graziano Petrucci