Santa Maria al monte, la bellezza semplice di un giorno speciale!
Il 12 settembre, festa del nome di Maria, la Chiesa di Santa Maria al Monte a Forio a 400 mt. di altezza sul livello del mare, si “accende di vita” e accoglie i pellegrini provenienti da ogni parte dell’isola. Scavata in parte nel tufo, questa "chiesa di pietra" può considerarsi un caratteristico esempio di architettura rupestre.
Nella sua monografia il D’Ascia (1867) riporta la notizia secondo la quale la chiesa sarebbe stata eretta nel 1596 da Sebastiano Sportiello per espiare un omicidio.
Sportiello apparteneva alla famiglia cui si deve anche la fondazione della chiesa di S. Carlo. Basandosi sulla testimonianza di alcuni discendenti della famiglia, D’Ascia racconta che i tre fratelli Sportiello (Sebastiano, Vito Nicola e Andrea), ricchi possidenti di Salerno, fuggirono a Forio dopo aver ucciso il vescovo della loro città; per penitenza, furono costretti a costruire due chiese ad una certa distanza l’una dall’altra.
D’Arbitrio e Ziviello (1982) invece ipotizzano che la chiesa sia stata edificata dalle popolazioni locali quando l’agricoltura e quindi gli insediamenti rurali si diffusero anche nei territori montuosi. La chiesa, costruita in una posizione strategica, divenne un punto di riferimento per le comunità contadine insediatasi in quelle zone, soddisfacendone le esigenze religiose, sociali e pratiche.
S. Maria al Monte assolveva infatti funzione non solo di luogo di culto volto a conservare le tradizioni religiose della popolazione, ma anche di punto di aggregazione, di incontro nonché di raccolta in caso di pericolo.
Abbandonata intorno al 1930 ed utilizzata come ricovero di animali e deposito di legna, essa fu restaurata nel ’57 grazie a nonna Carmela Picarelli e alle offerte raccolte dai fedeli foriani. E’ proprio lei ad aver rappresentato l’anima della festa per molti anni insieme ad altri abitanti del luogo, devoti alla Madonna, come il parroco tuttora attivissimo don Pasquale Sferratore, Luigi Luongo detto il “bijoux” e Bartolomeo Impagliazzo, “Bartiluccio”, al quale è intitolata la gara di corsa in salita che si svolge ogni anno nel pomeriggio del 12 settembre con partenza dal “Cinema delle Vittorie”.
Un giorno affascinante, quello della festa del nome di Maria, che scorre tra celebrazioni di Messe, processione con il Ss.Sacramento fino a “Punta Gallotta” e il pranzo insieme: una sorta di “seconda pasquetta” per gli isolani, con gli abitanti della zona che non esitano ad aprire a tutti in quel giorno le loro semplici abitazioni.
Nel pomeriggio le ultime Sante Messe e l’arrivo festoso dei partecipanti alla corsa podistica chiudono una pagina incantevole dell’anno ischitano, che ci riporta un po’ indietro nel tempo allontanandoci per qualche ora dal caos del vivere quotidiano, facendoci respirare il profumo delle cose più semplici e per questo più belle!
La Chiesa, il borgo annesso e il bosco sono raggiungibili da Via Bocca, un’antica strada di campagna, ora residenziale, che si trova a lato della Strada provinciale che unisce il comune di Forio con la frazione di Panza. La via è quasi interamente carrabile, anche se in più di un tratto presenta forti strappi in salita che suggeriscono prudenza e attenzione alla guida.
L’alternativa, salutare, è fare a piedi l’intero tragitto, così da godere delle vedute e degli scorci che compaiono, inaspettati, durante e alla fine del cammino. Altra possibilità è arrivare alla Chiesa attraversando prima il suggestivo bosco di acacie in località Frassitelli, Serrara Fontana.
Di Francesco Schiano