Bettina, l'artista del tessuto
L’odore di aceto arriva alle mie narici appena varcata la soglia del suo laboratorio. La parete attrezzata è piena di bocce e colori. Cinque sono quelli fondamentali, ma le sfumature create sono infinite. L’ago e il filo sono pronti a rifinire gli orli. In pentola riposano le fibre della seta appena tinte. Rosso e blu: vitalità e calma a confronto. E’ quasi una scienza. Una pozione realizzata con misurino. Un po’ di questo, un po’ di quello, con la differenza che non ci sono regole e il punto d’arrivo è sempre una continua ricerca.
Bettina Buttgen è un’artista tedesca d’adozione ischitana che viaggia tra più mondi, quello del design, dell’ arte, dell’artigianato, dell’alta moda. Non ci sono confini.
La sua vita è in un mondo di tessuti, le sue mani sono sempre state così operose. E’ incredibile pensare che ricamasse già all’età di quattro anni seguendo le nonne e che a cinque filava la lana, lavorando ai ferri sotto il banco di scuola per non dare fastidio. Negli anni ha continuato a sperimentare le tecniche apprese durante il periodo di formazione in giro per l’Europa, sviluppandone di nuove e originali. Senza dimenticare il lavoro come costumista per musical e spettacoli in Germania e il confezionamento di abiti dipinti a mano a partire dagli anni ‘90 qui, sull’isola verde.
I suoi capi non hanno tempo, soprattutto quelli più artistici, e la produzione è limitata come indica l’etichetta e la sua firma, rigorosamente a mano. Una sigla d’amore, due B unite a comporre un cuore che racchiude la pazienza, l’amore per il suo lavoro e Ischia.
Come le radici di un albero, i lembi delle sue creazioni si soprappongono, incrociano, si annodano, creando un gioco di forme, tessuti e colori davvero incredibile. Dal delicato chiffon all’elegante organza, con la trasparenza della georgette o la particolarità delle garze, con la pregiata pura lana merino o il cashmere: quante consistenze!
L’ispirazione è dietro l’angolo. Ischia continua ad affascinare l’immaginario di Bettina grazie alla sua architettura, alla luce, alla natura, in un dialogo continuo che è raccontato anche nel suo catalogo illustrato dalle fotografie di Martin Blume e Giuseppe Greco.
«Bettina Buttgen – si legge nell’introduzione affidata a Eleonora Fiorani - è un’artista del tessuto e insieme una textile designer: crea tessuti d’arte indossabili. Li tesse, li tinge con colori da lei preparati, li pittura e ne progetta e predispone i possibili usi: possono avvolgere il corpo come sciarpe, stole, coprispalle o ad esso annodarsi, ma possono anche essere appesi e contemplati come quadri per la loro bellezza e intensità espressiva. La passione e la valenza non solo simbolica ma anche poetica e sensuosa, tattile e visiva, dei suoi tessuti, scelti e progettati come materia viva, danno forma a infinti mondi di stoffa, a oggetti carichi di narrazioni».
A Ipomea del Negombo, mostra mercato di piante rare e inconsuete della fascia temperata calda, dal 18 al 20 maggio a Lacco Ameno, potrete incontrare anche lei. Marco Castagna, ideatore e curatore della manifestazione, per festeggiare questa decima edizione ha deciso di ospitare una Butterfly House, una grande serra con variopinte farfalle vive visibili nel loro ambiente, con bruchi, bozzoli e crisalidi. E’ proprio queste splendide creature che Bettina ha voluto omaggiare, facendole “volare” sugli abiti della sua nuova collezione.
Se visiterete il Parco Idrotermale del Negombo in un’altra occasione, non dimenticate di raggiungere il suo atelier show room che è aperto da aprire a ottobre. Osservarla all’opera mentre è dedita alle rifiniture sarà un’esperienza da regalarsi. E’ affascinante sapere come viene messa in tensione la seta, come con acqua, sapone e movimento sia possibile infeltrire e fissare forme e fiori di lana. Il lavoro che si nasconde dietro una creazione rende la sua storia una vera poesia. Il tempo per realizzare questi capi non si può neanche commensurare. Le tecniche utilizzate spaziano dalla tintura, alla pittura. I tessuti diventano la pagina tesa di un libro che deve essere scritto e prendono forma, raccontano di lei.
Un’avventura che si è arricchita grazie a un’esperienza in Polonia, alla fine degli anni ottanta, dove Bettina ha imparato a tingere, cardare e a infeltrire la lana, da allora non ha più smesso di sperimentare e ... giocare.