Franco, l'uomo in blu
Franco Savastano ha 78 anni e vive con la moglie olandese Joke van Der Plog chiamata Jos, di cinque anni più giovane di lui e conosciuta 34 anni fa ad Ischia grazie a quello che William Faulkner chiamava “il meraviglioso movimento delle circostanze”, in una casa alta sul mare sulla riva destra del Porto di Ischia dalla quale vede tutto il movimento dei natanti di uno dei più bei porti naturali del mondo. Jos è stata per Franco la musa e la modella.
Amanti del mare e degli abissi ambedue hanno visto e fotografato i fondali marini più belli del mondo. Poi è nato Luca che ha adesso 32 anni e che vive a Dubai lavorando in un’impresa industriale dopo essersi laureato in economia del Turismo a Napoli. Franco chiama il suo nucleo la “famiglia in blu” perché i tre hanno l’amore comune per il mare. Ma che cos’è il mare? È una grande metafora della vita, diceva il prof. Edoardo Malagoli, e l’uomo è per sua natura ”talattico” cioè uscito dal mare ed ospitato dalla terra ma che ha sempre nostalgia per il suo punto di origine.
“Ero uno “scugnizzo” quando andavo a “summuzzà”, cioè a tuffarmi ed ad esplorare i fondali marini, a Torre del Greco dove mio nonno, il barone Sigismondo Franz Savastano Villa, possedeva una villa ai Capuccini dove passavo l’estate. Con una stecca di ombrello, fattami da mia madre, andavo a pescare, poi passai alle pinne ed alla maschera, e la passione per scendere sotto il mare non mi ha più lasciato” mi dice mentre Jos ci porta in questa calda giornata di fine luglio una bibita fredda alla mela. L’estate al mare e d’inverno a studiare. Si laurea in legge ed ha come compagno di studi Renzo Albore, il noto musicista con il quale mantiene ancor oggi una stretta amicizia. Dopo la laurea la professione di avvocato nello studio di famiglia e dopo l’acquisto della Perrazzo Vini d’Ischia negli anni ‘60 Franco fa per 34 anni fa l’imprenditore ma non dimentica mai la sua passione per il mare.
Fino a quando decide di diventare completamente un uomo di mare, di dedicarsi completamente non alla pesca subacquea ma alla scoperta ed alla documentazione dei fondali marini più interessanti del pianeta.
“Riposi l’ascia di guerra della pesca subacquea per prendere in mano la macchina fotografica e la cinepresa per documentare il mondo sommerso incantevole che scoprivo” dice e mi mostra il suo armamentario tecnico con il quale è sceso nei fondali del Mar Rosso, delle Maldive, del Mediterraneo per servizi fotografici e giornalistici delle più prestigiose riviste subacquee del mondo fra le quali le italiane “Il subacqueo” e “ Mondo Sommerso”, la francese “Le Monde de la Mer”, la brasiliana “Mergular”, l’inglese “Diver”. Un lavoro di fotografo, cineoperatore, giornalista, che ha fatto per oltre vent’anni con la moglie Jos sempre accanto come compagna, modella, amica. Niente è più “salato e dolce” nello stesso tempo di questo amore che sembra uscito da un romanzo.
“Se tu scendi in fondo al mare scopri un’altra dimensione della vita – mi spiega - ed è la scoperta della “vita senza peso”, una sensazione che è probabilmente la stessa che prova l’astronauta quando passeggia nello spazio legato alla navicella spaziale, e vedi la bellezza del creato in uno straordinario silenzio”.
Nel salotto della bella casa tiene in bella mostra i premi ed i riconoscimenti che ha ricevuto per la sua lunga attività di giornalista subacqueo fra i quali quello del Festival di Antibe.
“Sono rimasto affascinato dai fondali del Mar Rosso per la dolcezza dei pesci che puoi toccare ed addirittura accarezzare e poi da fondali dell’isola d’Ischia, quelli della parte occidentale e quelli orientali. Se ti immergi tra il Castello Aragonese e Vivara vedi la piattaforma continentale ma se ti immergi ai Maronti vedi gli abissi. Spettacoli di una sensazione indescrivibile” spiega.
A 78 anni Franco, l’uomo in blu, non rinuncia alle immersioni.
“Certo non scendo più a 40-50 metri come una volta ma non so vivere senza il mare” rimarca.
Ha fondato il primo Diving Center dell’isola d’Ischia, circa trent’anni fa, ed oggi è il presidente d’onore della associazione che raggruppa i diving center dell’isola d’ Isola.
“Il turismo subacqueo può essere una componente importante per il turismo dell’isola d’Ischia così come l’area marina protetta a condizione che non sia troppo restrittiva perché l’isola d’Ischia e quella dell’isola di Procida sono fortemente antropizzate ed il turismo nautico, che se fatto con il rispetto per l’ambiente, non è assolutamente inquinante, è l’ altro segmento importante dell’economia turistica”.
La sua barca ancorata nel porto di Ischia ha un nome arabo. Si chiama “Sha’ Ab Rumi” come la barriera corallina del Sudan dove Jacques Cousteau (1910-1997), il grande oceanografo francese, ha costruito due case sottomarine, una a 10 metri e l’ altra a 40 metri.
Forse l’ha chiamata così per riaffermare che il mare non ha né nazionalità né confini politici, che deve essere vissuto con rispetto per il suo mondo vivente, che niente esprime meglio il mistero della vita come il mare, la metafora della vita.