Andar per cantine VIII edizione
In un fortunato libro del 2003 intitolato «Cunicoli e lapilli. Ischia, conigli e dintorni», spiegavo così alcuni aspetti curiosi dell’isola. Ischia – scrivevo tra l’altro - «è una terra di lilliput e lapilli, tane, tunnel, buche, fosse, cantine, palmenti, nicchie, antri, caverne, grotte, cave, cavità, covi, ricoveri, boschi, ombre, canali, vasche, pozzi, lune, crateri, soffioni, conche, anfratti, fratte, forre, calanchi, vene, falde, polle, tufi grattati, case nella pietra.
A conferma e dispetto della magmatica e piretica virtù del suo ventre minerario e termale, e della sua solare e azzurrosa superficie collinare e marinara, fabulosa e turistica, Ischia è un’isola cunicolare e nascosta, perforata come un groviera da vulcani, tribù e bestie che, da millenni, ne condividono il dominio in un mix ora soprannaturale, ora umano, troppo umano, antropizzato in eccesso. E con una storia continua di escavazioni profonde e lineari, contorte e misteriose, chilometriche ed epiche. Montagne traforate dagli ischitani per crearvi abitazioni rupestri e rurali, rifugi per eludere i pirati, luoghi e depositi di vitalità immediata, come quella che anima il vino lasciato a fermentare o ad affinarsi al fresco sbrecciato di migliaia di cellai che confinano con l’Ade…».
Migliaia di cellai e cantine: è vero, sono ovunque. E tutte da scoprire. E c’è l’idea di un itinerario, di un percorso e di una ricerca necessaria nelle viscere ischitane profumate di vino, per conoscerne al meglio la personalità verace. Un itinerario ideale e concreto che, proprio attraverso un’iniziativa di successo come Cantine aperte
, dal 13 al 20 settembre, organizzata da Leonardo Polito con la Pro Loco di Panza, si realizza in un trionfo di piacevolezza e divertimento contagioso. Brindando: «Alla salute!». In tutte le lingue del mondo. (Ci. Cen.)
Guarda on line la brochure di "Andar per cantine" - I Percorsi naturalistici e gli Appuntamento di gusto