Il Festival di filosofia
Mi appassionai a questo festival di filosofia sin dalla sua prima edizione nel 2015: ero ad Ischia nell’ultima settimana di settembre, perso in questa stupenda atmosfera di cambiamento che l’isola propone con la sua livrea di colori unici. Da dove vengo io, una piccola città del nord Europa, siamo sempre in agguato a settembre, pensando che le condizioni climatiche a breve cambieranno bruscamente, lasciando così spazio ai colori autunnali, alle foglie che accompagnano i fiumi nella caduta gravitazionale, in un corso d’acqua dolce, inesorabile, in continuo movimento, veloce e avido di trascorsi.
Mi accorsi che quest’isola ospitava un evento del genere perché fui attratto da alcuni cartelli che erano posti sui lampioni delle strade (ubicazione inusuale, ma – che devo dire – ha catturato la mia attenzione). Su questi c’erano degli aforismi firmati da ragazzi, penso di un’età compresa tra circa 10 e 18 anni, che esponevano riflessioni di carattere etico.
Ne rimasi colpito! “La Filosofia il Castello e la Torre – Ischia International Festival of Philosophy”, anche il nome dell’evento mi sembrava singolare.
In Italia ci sono diversi eventi simili. Ho avuto il piacere di seguirne alcuni in prima persona e non solo attraverso i social. I social! Più ne sto lontano e più mi rendo conto che sia una cosa sana! Credo che negli schermi si compongano delle realtà parallele spesso non reali e che, per quel che mi riguarda – contravvenendo ad una teoria vigente tra gli intellettuali contemporanei, che intende dimostrare che anche gli imbecilli hanno potere d’espressione attraverso i mezzi mediatici –, affermo il contrario: attraverso la scrittura scialba imposta dalle bacheche blu o rosse, la stupidità trapela in modo ancora più evidente. Consiglierei quindi a costoro di continuare a scrivere!
Seguendo invece gli aforismi di questi ragazzi, ho trovato pensieri intensi, contrapposti alle sciocchezze disseminate in rete. Ho capito poi che nei giovani alberga una sostanza filosofica semplice e genuina. Trovo divertente incontrare delle “bacheche reali” per strada.
Questo festival mira a cambiare la società alla base, attraverso una forte impronta pedagogica che crea sinergia. Le campagne si sensibilizzazione sono vive e credo incontrino nei ragazzi una voce di forza, unica e diretta. Il mese del senso civico mi sembra una buona idea da esportare.
Il primo anno la campagna aveva come tema “Guida Si-Cura”, pensata effettivamente a influenzare il modo in cui si guida per le strade di quest’isola. Lo noto, è molto difficile guidare qui, ecco perché cammino volentieri. Non credo poi che la campagna di sensibilizzazione sia stata assorbita dai suoi lettori, vista la situazione attuale. Il secondo fu “Vivere in Comune”, un modo per mettere in luce quelle che sono le differenze nei nuclei cittadini, quindi scolastici, lavorativi e amministrativi di un’isola che vanta ben sei comuni differenti. Il terzo anno rimasi davvero impressionato dal tema scelto: l’Assenza del Bello. Pensai che fosse impossibile parlare dell’assenza del bello in un posto così. Seguendo poi gli aforismi dei ragazzi, camminando e leggendoli per strada, iniziai a capire a cosa si riferisse quella riflessione comunitaria: se non rispettiamo il luogo in cui viviamo, come facciamo a mantenerlo bello come la natura ce l’ha donato? Vidi foto dell’isola senza il Castello Aragonese e viceversa. Una frase tra tante mi rimase impressa: “Non vorrei mai andare a viver altrove e anche se avrò problemi economici resterò su quest’isola”. Nella foto che accompagnava l’aforisma c’era il Castello, il ponte che lo collega all’Isola, ma non c’era l’isola. A dire il vero mi sembrava abbastanza cruda. La verità è senza veli, senza mediazioni quando arriva, non la si può contestare, prevedere, non la si può nascondere a se stessi.
Ho incontrato il direttore del festival con i suoi collaboratori per scoprire qualcosa sulla nuova edizione, oltre a voler sapere quale sarà la tematica del mese del senso civico di questa edizione. “Natura Umana” sarà il tema di discussione: oltre cento studiosi da tutto il mondo chiamati a riflettere insieme al pubblico. Il concetto verrà affrontano non solo dal punto di vista filosofico: ci saranno biologi, giornalisti, scrittori, mostre d’arte, laboratori, concerti e addirittura lezioni di yoga. Quest’anno, poi, ci sarà una conferenza di apertura a Napoli il 15 settembre al Maschio Angioino e sarà proprio un biologo ad aprire le danze del pensiero filosofico, Carlo Alberto Redi. L’ospite più celebre sarà Massimo Cacciari che, mi annunciano, terrà una conferenza dal titolo “Physis” (Natura). La campagna di sensibilizzazione? Eccola: #iosononatura. Chissà se il professor Cacciari pensa di essere un essere naturale?
Il fatto che questo festival voglia agire sul tessuto sociale, utilizzando la filosofia in modo esplicito, è interessante. Pensare che la filosofia possa cambiare il mondo è giusto, non so se essenziale. Molti sono legati alla convinzione che la filosofia sia un’appendice della scienza moderna. Il team del festival, invece, crede che la filosofia sia tra le poche cose capaci di cambiare le persone, di metterle insieme in modo “incosciente”.
Nel programma ci sono conferenzieri molto giovani, indicati come “Young Thinkers”, giovani che si cimentano per la prima volta in conferenze, guidati dai professori. Questo festival vuole nei giovani la propria forza e questo non può essere che un bene. Sono infine riuscito a farmi mandare da Maria Rita (una delle collaboratrici del Festival) la frase di copertina della campagna di sensibilizzazione che inaugura il mese del senso civico. Eccola a voi: Io sono natura perché ragiono, ma sia in modo diciamo buono e sia in modo cattivo. Pensiamo che la natura fa tutto per noi ma non è così e quando il prof. lo ha detto ho pensato: “La natura ha ragione, perché noi la sfruttiamo troppo. Però, cara natura, fai più spesso il tramonto rosa!”
Una frase incisivamente dolce e densa. Da straniero mi chiedo se gli abitanti dell’isola la leggano come sto facendo io: ragioniamo come la natura? Non possiamo essere non-naturali? Buoni o cattivi? Chi dice di essere cattivo? Se la natura avesse ragione - come afferma la piccola Roberta – dovrebbe ribellarsi alla nostra presenza? Forse già lo sta facendo attraverso il palesarsi del nostro poco buon senso?
Alla fine di questo piccolo racconto, scritto con molto entusiasmo, mi ritrovo ad affermare in modo socratico (lo scrivo solo per far piacere ai filosofi che leggeranno) di non sapere molto di quello che mi accade intorno. Sarà stata la pretesa di scrivere qualcosa che somigliasse alla filosofia? Quello che mi interessa di questa vicenda, però, è che da straniero, da scrittore ed amante della cultura italiana, trovare luoghi e persone che si interrogano su se stessi e di come si possa migliorare la propria condizione umana, mi fa sentire a casa.
Troppo spesso guardiamo all’Italia come una nazione lacerata tra nord e sud, guidata (avevo scritto “giudata”, divertente giocare con una lingua straniera) da persone capaci di essere uniche, ma poco collettive nel loro modo di pensare ed agire. Se fossi un filosofo, mi darei alla politica e il festival ischitano mi sembra che vada in questa direzione: educazione! Se fossi italiano mi darei allo Stato, costituendomi nel pensiero di collettività.
Un’ultima cosa, riguardo alla frase della piccola Roberta: del resto siamo di passaggio su questa terra e se la bellezza può salvare il mondo – mi chiedo – chi salverà l’essere umano dalla sua presunzione?
Eppure cara natura, anche se non hai ragione, se non ho ragione, se non abbiamo ragione, ti chiedo anch’io di far più spesso il tramonto rosa.
P.s. Scusate se sono stato troppo ironico, ma non sono un filosofo, forse?
Di Claude Gieger