Andar per cantine: la nascita di un sogno
Tutto iniziò in un pomeriggio assolato di otto anni fa allorquando insieme alla buonanima del mio amico e socio fondatore della pro loco, Tommaso Ristoro, fummo invitati a visitare la tenuta dei Giardini Arimei a Montecorvo.
Appena varcato il cancello d'ingresso della tenuta mi resi conto che stavo per vivere un momento di quelli che poi non si dimenticano più ed infatti ho ancora vivo il ricordo dei colori, dei profumi e delle parole che mi raccontavano della storia di quel posto. Un posto recuperato dalle rovine da un imprenditore del bresciano innamorato della nostra isola, vigneti a terrazzamento, parracine sistemate ad arte, la cantina scavata nel tufo verde, le botti e la barricaia, la croce scolpita sul palmento ...un tuffo nel passato.
Possibile che io panzese e ischitano di 45 anni non avessi mai ne visto e ne sentito parlare di un posto simile pur abitando a poche centinaia di metri. Assurdo! E la stessa sensazione credo di non averla provata solo io in quel momento. La sera stessa raccontando la cosa agli amici dell’associazione mi resi conto che probabilmente non ero l'unico a non sapere e non conoscere posti come quello che avevo visitato, e piano piano il senso di disagio che avevo provato si stava trasformando in una energia positiva e una voglia di fare qualcosa per far sapere a tutti che anche sulla nostra isola non ci sono solo il mare il sole e le terme. Così discutendone, scoprimmo che c’era chi conosceva la cantina di Ciro a Noja, chi la cantina di Morzariello, chi quella di Cenatiempo, chi ancora quella di zio Gennaro e così fino a più di dieci cantine. Appena il tempo di vederle tutte e metterle su un depliant con delle belle foto, nacque la prima edizione di “Andar per cantine”, quasi per gioco, e come scommessa, per vedere se anche altri isolani e magari i nostri turisti potessero essere interessati a scoprire luoghi e tradizioni forse un po’ dimenticate. Capimmo subito che avevamo tra le mani qualcosa di bello e di importante da promuovere per la nostra isola e fu così che anno dopo anno abbiamo messo su una manifestazione sempre più articolata aggiungendo oltre alle cantine e alla degustazione dei vini anche precorsi naturalistici attraverso i nostri sentieri, i prodotti tipici della nostra terra, l'artigianato di un tempo, e poi la cultura con la Coppa di Nestore, il folklore e la buona musica. Insomma un contenitore di storie, tradizioni, cultura, enogastronomia... Emozioni...ecco il mio sogno: è quello di vedere un giorno tanti turisti scegliere a settembre la nostra isola per farsi accompagnare da noi ischitani alla riscoperta di quei valori e di quelle tradizioni che hanno fatto la fortuna dei nostri nonni negli Anni ‘60 e inoltre di ritrovare quel senso di accoglienza e di ospitalità forse in parte smarrito e che ha allontanato quanti amavano la nostra meravigliosa isola, una volta perla del mediterraneo che merita di tornare ad esserlo.
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