Natale in musica
Il monito è d’obbligo: se vi sentite come il vecchio Scrooge di Dickens, e nel mese di dicembre venite assaliti da una voglia incontrollabile di prendere gli elfi di Babbo Natale e sotterrarli tutti con un ramo di agrifoglio piantato nel cuore, vi conviene stare alla larga da queste righe. La musica delle feste, si sa, non sfugge all'inevitabile tripudio di campanelli, renne e fiocchi di neve. Anche a latitudini tropicali.
La ritualità è piuttosto precisa: saggiamente ignorata nel resto dell’anno, affiora con prepotenza in queste giornate e non ti molla più. Tutte le manifestazioni e gli eventi che accompagnano le feste natalizie sono coronate da canti che rievocano antiche tradizioni e culture popolari. Musiche che da sempre trasmettono emozioni, spingono a riflettere sul vero significato del Natale, arricchiscono il piacere di girare per strada guardando le luci e gli addobbi.
Non importa se sacra o profana. Ognuno ha le sue debolezze e i suoi motivetti del cuore. L’ampiezza del repertorio ha questo di bello: il tema natalizio gode di infinite declinazioni, non sempre banali, non sempre ostaggio dei retorici “buoni sentimenti” o di una gioia indotta e apparente. Anzi, tra quelli maggiormente rivelatori, ci sono proprio i canti più riflessivi; quelli che, con delicatezza mista a ironia, raccontano l’altra faccia del Natale.
Immaginate le mattine dell’Avvento: cielo terso, aria fredda, rintocchi di campane e tutto quanto. Il primo suono che ascoltiamo è quello di una zampogna. Nel periodo natalizio le strade, i vicoli, le case dell’isola d’Ischia, sono invase dal suono dolce e malinconico degli zampognari, gli antichi suonatori che annunciano la novena dell'Immacolata ed invitano all’attesa. La loro figura, come tante altre legate alle tradizioni popolari, va scomparendo senza però perdere parte del suo fascino antico. Vi è mai capitato, ad esempio, che una mattina di ordinaria follia lavorativa, tra il rumore del traffico e i fischi dei vigili, arrivi all’improvviso dalla strade un suono che piano piano si fa più intenso, un suono insolito e al tempo stesso familiare, che sa di Natale, festa e neve anche quando la neve non c’è? E’ una zampogna. A metà strada tra il religioso e il prosaico, s’inserisce la tradizione musicale dei corali, una delle manifestazioni artistiche presente praticamente ovunque e maggiormente resistente alla freddezza della modernità. Sebbene i corali fossero in origine destinati al canto a cappella nelle chiese, già nel passato diversi compositori arrangiarono e armonizzarono le melodie per più voci con la partitura strumentale. I canti, così pieni di grazia, evocazione e bellezza, vengono spesso utilizzati nelle cantate e nelle messe liturgiche, assieme ad arie, recitativi, cori e altre forme musicali. L’offerta, in questi giorni, è sterminata. Nelle chiese dell’isola, solitamente nel primo pomeriggio, le corali propongono un caleidoscopio di suoni e suggestioni, pescando nei repertori più diversi per ispirazione, tecnica compositiva, provenienza geografica e temporale. Sarà facile ascoltare brani celeberrimi tratti dalla tradizione popolare europea come i francesi “Les anges dans nos campagnes” e “Noël nouvelet”, l’austriaco “Stille Nacht”, l’inglese “God rest you merry, Gentlemen”. E ancora “Quanno nascette Ninno”, dal prezioso patrimonio musicale napoletano, e il magnifico “O magnum mysterium” di Francis Poulenc, brano che porta l’attenzione di chi ascolta sul mistero dell’incarnazione anziché sulle atmosfere sfarzose della festa natalizia. Del resto l’elenco dei grandi compositori della storia delle musica che si sono cimentati con il sacro è senza fine: Mozart, Vivaldi, Patriquin, Schubert, Haydn, Handel. Ovviamente Johann Sebastian Bach e il suo “Oratorio di Natale”, che da sempre appaga l’esperto ed entusiasma anche l’ascoltatore più semplice. L’alternanza tra momenti brillanti, atmosfere pastorali, momenti intimi e riflessivi, passaggi di alto virtuosismo e ispirazione, è stata magistralmente costruita dal compositore tedesco per far rivivere all’ascoltatore, con autentica emozione, ogni attimo del racconto della Natività.
L’atmosfera natalizia in musica non si alimenta di soli classici. Al momento giusto e al posto giusto, può sempre capitare di imbattervi nel gioioso andamento delle bande musicali. Travestiti talvolta da Babbo Natale o addirittura Befane, i musicisti danno vita a concerti itineranti eseguendo i più famosi brani della tradizione natalizia nell’allegro stile Dixieland. Dove però regna l’anarchia è tra le quattro mura domestiche. Se i più piccoli urlano a squarciagola “Jingle bells” in attesa di scartare i regali, gli adulti oscillano tra Christmas’carol d’annata (con Sinatra, Dean Martin e Pat Boone a farla da padroni), brani dalla “Cantata dei Pastori” di De Simone, hit britanniche degli anni ’80 (“Do they know it’s Cristmas”) e perfino qualche azzardato ibrido d’autore (perché con le canzoni di Natale si è cimentato chiunque, pure Bob Dylan). Un titolo che metta d’accordo tutti? “White Christmas” di Bing Crosby. E’ come il panettone, l’albero, il presepio. Senza, non sarebbe più Natale. Almeno da 70 anni a questa parte.
Playlist
Adeste Fideles - Anonymous
God rest you Merry, Gentlemen - King's College Choir
The Christmas Song - Nat King Cole
Winter Wonderland - Pat Boone
Let It Snow Let It Snow Let It Snow - Dean Martin
A fairytale in New York – The Pogues
Last Christmas – The Wham
River - Joni Mitchell
Santa Claus Is Comin' To Town - The Jackson Five
All I want for Christmas is you - Mariah Carey
Jingle bells rock – Bobby Helms
Happy Xmas (war is over) - John Lennon Yoko Ono
di Gianluca Castagna