La lunga vendemmia dei Giardini Arimei…
Stanislao Milone ha origini calabresi e antiche tradizioni contadine. Si innamora di Montecorvo a Panza d’Ischia e costruisce un borgo formato da case, cantine, palmenti, cisterne per l’accumulo di acqua piovana e parracine e fonda la sua azienda agricola che col tempo ottiene premi e riconoscimenti.
Nel 2003 i fratelli Muratori arrivano a Montecorvo nell’antica tenuta dei Milone e trovano rovine, distruzione, degrado e abbandono, ma l’anima di quello che i Milone avevano fatto aleggiava ancora: resti di antiche volte, prospettive insperate, una cantina interamente scavata nel tufo verde, e poi i vigneti, i terrazzamenti; questa l’eredità raccolta dai Muratori, che, masso dopo masso, con l’aiuto dei mastri parracinai, riportano quel luogo all’antico splendore…e oltre! I giardini Arimei infatti sono oggi non solo una gemma incastonata nel panorama della viticultura ischitana ma anche un posto davvero baciato dal Creatore e reso incantevole dalle mani sapienti dell’uomo che non ha deturpato ma semmai esaltato la bellezza di un territorio già ricco di splendore.
L’avventura della famiglia Muratori in realtà era partita qualche anno prima e in un luogo ben distante da Ischia, la Franciacorta, dove impiantarono la prima “perla” di questo meraviglioso “Arcipelago” il cui motto principale era e resta tuttora: “un territorio un vino”, per valorizzare le singole vocazionalità territoriale dal punto di vista vinicolo: in Franciacorta viene prodotto il solo franciacorta, nella maremma toscana a Sovereto solo vini rossi, nel Sannio beneventano i vini gialli cioè corposi del sud:Greco, Fiano, Falanghina, ad Ischia un bianco doc (Pietra Brox Ischia Bianco DOC) e un passito davvero speciale definito “delle tre stagioni e delle sette vendemmie” di cui parleremo di qui a poco.
Una parentesi davvero piacevole che vogliamo aprire sul mondo dei Giardini Arimei è stata proprio quella della “Vendemmia in cantina” avvenuta nel corso della manifestazione “Andar per cantine”, lo scorso 16 settembre, che ha permesso ad un folto gruppo di turisti e isolani di sperimentare sul campo tutta la ricchezza e la bellezza della vendemmia ai Giardini Arimei, più di 3 ettari di vigneti terrazzati con le parracine (muri a secco in tufo verde) che disegnano il paesaggio vitato del versante sud-ovest del Monte Epomeo.
Con Michela Muratori, responsabile area comunicazione dell’Arcipelago Muratori, abbiamo cercato di capire meglio non solo il successo di questa iniziativa ma anche la particolarità di una vendemmia che dura circa tre mesi. “Non capita spesso che una cantina decida di aprire le proprie porte proprio in un momento tra i più delicati dell’anno che è proprio quello della produzione del vino. Penso che la richiesta e l’affluenza siano state grandissime. Questo ci fa grande piacere perché abbiamo pensato che il modo migliore per far capire cosa significa vendemmiare sia proprio quello di far vivere questo momento, la cui parte essenziale è in vigna però poi si torna in cantina per la pressatura delle uve e lo sgrondo del mosto e poi in cantina vengono provate anche delle basi – vino, cioè del mosto già fermentato o in fase di fermentazione. Un’iniziativa che noi come gruppo Arcipelago Muratori abbiamo deciso di fare da quest’anno, l’abbiamo già fatta in Franciacorta, a Sovereto in Toscana e replichiamo anche qui ad Ischia, che è la tenuta dove abbiamo avuto maggiore affluenza e successo. Ischia per noi è un valore aggiunto per noi e poi il nostro lavoro è stato proprio quello di valorizzare le varietà autoctone dell’isola d’Ischia con il recupero di questa cantina di origine calabrese che noi abbiamo trovata in questo posto meraviglioso, anche perché il solo fatto di venire qui è davvero appagante”.
E’ qui dunque che nasce il vino delle tre stagioni e delle 7 vendemmie:
“Abbiamo deciso di recuperare una tecnica millenaria consentitaci dal clima dell’isola: l’uva viene raccolta a vari livelli di maturazione e surmaturazione e poi messa a fermentare nell’unico palmento. La prima vendemmia è proprio quella di metà settembre (estiva) per proseguire poi a fine settembre/inizio ottobre con la seconda (autunnale) fino ad arrivare alla settima e talvolta anche all’ottava nel mese di dicembre; ogni volta nel palmento viene aggiunta nuova uva con un diverso grado di maturazione e dunque con una differente sfumatura di sapore. Rispetto al passito tradizionale dunque l’uva viene lasciata surmaturare direttamente in pianta per poi finire nel palmento dove viene anche ovviamente purificata dalla feccia e svinata; una volta completate le varie fasi di vendemmia e fermentazione il passito viene posto nelle barrique per 24 mesi e poi messo in commercio”.
Un procedimento antico ma tuttora unico sull’intera isola d’Ischia che porta alla realizzazione di un Passito in cui si mescolano sentori di frutti tropicali, frutta secca, miele, fiori, spezie mediterranee, agrumi e persino il vago umore fumoso che emana dalla terra vulcanica. Dai passiti tradizionali esso si distingue per la sua vena amabile ma non stucchevolmente dolce e per la sua sapida acidità. Nelle intenzioni della Famiglia Muratori esso deve in un certo senso anche simboleggiare le varie sfaccettature dell’Isola d’Ischia.
Oltre a questo ad Ischia presso i Giardini Arimei viene prodotto anche un bianco doc, il Pietra Brox Ischia Bianco DOC, che altro non è che il frutto della prima vendemmia estiva, posto non nei palmenti ma bensì negli acciai, con la classica tecnica di fermentazione.
I Giardini Arimei sono il luogo dove è impossibile non sostare con ammirazione e dal quale ripartire dopo aver davvero toccato con mano tutta la ricchezza che la nostra terra è capace di esprimere.