Amala per raccontarla
Piantare alberi, prendersene cura, evitare che vengano tagliati o distrutti da incendi: un impegno ambientalista concreto e positivo quanto quello di separare e riciclare i rifiuti o di contrastare l’inquinamento dell’aria e delle acque. Eppure spesso viene visto come una forma di sentimentalismo, la difesa di “cose” belle ma inutili. Troppo spesso si dice, con Brecht, che questi sono tempi troppo duri per pensare agli alberi. Ma sarà vero? Vediamo.
Perchè gli alberi
Ogni volta che scrivo di alberi, mi torna alla mente una poesia di Brecht:
“Che tempi sono questi, in cui
parlare d’alberi è quasi un delitto,
perché su troppe stragi comporta silenzio!”
Piantare alberi, prendersene cura, evitare che vengano tagliati o distrutti da incendi: un impegno ambientalista concreto e positivo quanto quello di separare e riciclare i rifiuti o di contrastare l’inquinamento dell’aria e delle acque. Eppure spesso viene visto come una forma di sentimentalismo, la difesa di “cose” belle ma inutili. Troppo spesso si dice, con Brecht, che questi sono tempi troppo duri per pensare agli alberi. Ma sarà vero? Vediamo.
Se affrontiamo l’argomento con razionalità e senza pregiudizi, salta agli occhi l’importanza degli alberi nel prevenire due problemini piccoli piccoli come il dissesto idrogeologico e il surriscaldamento globale... oltre alla considerazione -perfino banale- che respiriamo e ci alimentiamo solo grazie alle piante e alla loro fotosintesi. Ma c’è di più.
Nella mia lunga esperienza di educatrice ambientale, infatti, ho potuto constatare che la vicinanza con gli alberi insegna a noi sprovveduti esseri umani un bel po’ di cose. Gli alberi sono straordinari maestri di vita che, come tutti i veri maestri, non hanno bisogno di parole. Possiedono una sorta di antica saggezza che si comunica a chi gli sta accanto e li osserva con attenzione e rispetto. Qualche esempio:
- Stando accanto agli alberi ho imparato a riconoscere la dignità della vita a ogni essere vivente. Infatti gli alberi non sono “cose” belle ma esseri viventi, la cui esistenza è legata a doppio filo alla nostra e a quella di milioni di altri esseri, ognuno dei quali beneficia del legame con l’albero: uccelli, insetti, roditori, piante arbustive e erbacee, felci, funghi... Osservare gli alberi aiuta anche noi a scoprirci creature fra le creature, legate a tutto e a tutti nella Rete della Vita. E’ una scoperta che dà piacere, e al tempo stesso ci inchioda alle nostre responsabilità.
- Ma quello che più conta è che gli alberi sono diversi da noi. Infatti:
- Sono dei padroni di casa molto ospitali. Stanno su questo pianeta da milioni di anni, sono sopravvissuti all’estinzione dei dinosauri, ne hanno viste di tutti i colori e sono ancora vivi e vegeti... ne avranno apprese di cose in tutto questo tempo! Mi sa che sono loro, e non noi, la vera specie dominante. Eppure...
- Gli alberi sono umili, pazienti e tenaci, sopportano pioggia, vento, siccità... ne ho visti alcuni che sono sopravvissuti a incendi e inquinamenti che teoricamente avrebbero dovuto ucciderli. Si piegano al vento, poi si rialzano e ricominciano a crescere.
- Gli alberi sono dei pacifisti da manuale: qualsiasi cosa gli fai, si difendono senza attaccare e soprattutto non scappano mai.
- Gli alberi sanno cos’è la solidarietà: nella calura di agosto proteggono con la loro ombra le pianticelle più piccole. E quelle ricambiano conservando l’acqua per le radici degli alberi.
- Gli alberi conoscono anche la competizione, quando è questione di vita o di morte. Ma non mi risulta che abbiano mai provocato l’estinzione di qualche specie.
- Gli alberi sono coraggiosi: ogni volta che un territorio si trasforma in deserto, loro, pionieri, ricominciano a colonizzarlo e a renderlo vivibile.
- Gli alberi non vanno mai di fretta: rispettano i tempi della Natura, sanno che le cose fatte con calma riescono meglio. Come il pino che ci mette tre anni per maturare una pigna, ma con le sue radici può sgretolare le rocce più dure.
- Gli alberi hanno memoria: alcuni di essi, vivendo molto a lungo, conservano le tracce di tutta la storia che si è svolta intorno a loro. Sono monumenti viventi.
- Gli alberi hanno potere di vita e di morte su noi, giacché potrebbero toglierci l’aria: ma non se ne sono mai serviti per farci del male. Dovremmo ringraziarli per molte cose tanto ovvie che spesso ce le dimentichiamo, ma soprattutto dovremmo dirgli grazie per come riparano i nostri errori: è solo grazie a loro che il “nostro” surriscaldamento globale non ha ancora distrutto il pianeta. Sono potenti senza prepotenza.
Gli alberi, come ho detto, sono diversi da noi, e questa è la loro forza e la nostra fortuna. Perché la diversità è ricchezza. Perché possiamo imparare qualcosa solo da chi è diverso da noi.
Mi sa che Brecht si sbagliava: parlare d’alberi, piantarli, curarli, stargli vicino, soprattutto in tempi duri come questi, non favorisce le stragi, ma aiuta a prevenirle.
Perché la Pineta Mirtina
Situata a pochi passi dal mare, in una zona fortemente urbanizzata, la Pineta Mirtina costituisce un importante polmone verde per il centro abitato del Comune di Ischia.
Essa fa parte di un’area più ampia, piantumata nel 1850 ad opera di Giovanni Gussone, botanico della Corte borbonica, per ricolonizzare la colata lavica dopo l’ultima eruzione vulcanica, verificatasi nel 1300.
Divenuta Parco pubblico alla fine degli anni ’70, ha vissuto vicende alterne a causa di varie infestazioni (Processionaria, Marchalina Hellenica, Blastofago) e di cure non sempre costanti. Ciononostante si tratta di un prezioso serbatoio di biodiversità, dove oltre ai Pini si trovano moltissime piante della macchia mediterranea: Corbezzoli, Eriche, Euforbie, Filliree, Mirti...
Proprio da questi ultimi prende il nome la sorgente Mirtina, situata al centro della pineta, la cui acqua in passato veniva imbottigliata e venduta.
Nel 2007, raccogliendo il suggerimento del Prof. Giuseppe Sollino e dell’Arch. Antonello Monaco (vedi: La Pineta Villari, un’oasi aromatica immersa nel verde dell’isola, in “La Rassegna d'Ischia”, 2/2004, pagg. 15-20), il Comune di Ischia riqualificò la pineta trasformandola in “Parco idro-aromaterapico”. La Sorgente Mirtina fu canalizzata in diverse fontane e furono piantate numerose essenze aromatiche fra cui Mirto, Alloro, Salvia, Lavanda, Rosmarino. Fu inoltre creata un’arena nella quale si sono poi svolte, per diversi anni, manifestazioni culturali di vario tipo, incluso il festival Ischia Jazz.
Oggi la Pineta Mirtina è nuovamente abbandonata. Le piante aromatiche sono quasi tutte seccate e frequenti proteste dei cittadini lamentano presenza di rifiuti. E’ un vero peccato che un bene così prezioso venga lasciato degradarsi, ma siamo ancora in tempo.
L’iniziativa di Legambiente e Ischia News, pur senza pretendere di essere risolutiva, vuol essere uno stimolo, un primo piccolo passo concreto per segnalare a tutti la necessità di prendersi cura di questa splendida area.