Romanzo d’autunno: gita al faro di Punta Imperatore
Fin da piccoli gli abitanti dell’Isola verde venivano rapiti dalla maestosa e silente natura del "signore delle tempeste". Camminando lungo Via Costa, una strada secondaria che congiunge il comune di Forio alla frazione di Panza, si può ripercorrere quel vecchio sentiero di montagna attraverso il quale i giovanissimi raggiungevano la vetta del promontorio di Punta Imperatore, dove tutt’oggi è situato un faro attivo dal 1884, inaccessibile al di là di un cancello, dove in passato viveva il guardiano del faro, nel distacco più assoluto con il resto dell’isola.
Via Costa è oggi una strada residenziale dove il tempo non ha cancellato le tracce degli antichi agglomerati, così, tra ville a picco sul mare, "parracine" e una verdeggiante macchia mediterranea, si arriva dopo un tratto in salita, a quest’edificio tanto naturale quanto inspiegabile, che domina dall’alto il mare, e da dove è possibile osservare l’abitato di Forio, il litorale che da Citara giunge fino alla Chiesa del Soccorso, nonché le valli e le colline che dal mare giungono fino alla vetta del monte Epomeo. Restavano lì a guardarlo, i bambini, tra i cespugli folti e rigogliosi, curiosi di scoprire qualche marinaio che nascondeva lì il suo tesoro. Crescendo poi, si convinsero che altro non si trattava che di una lanterna, collocata su una casa a due piani e abitata dalla famiglia del farista. Molte famiglie hanno abitato il faro di Punta Imperatore: la storia più commemorata è quella di Lucia Capuano, colei che assunse il posto del marito Francesco De Falco, il farista tragicamente morto in un incidente sul lavoro, alla fine degli anni 30. Giovane madre di sette figli, Lucia ebbe il coraggio di affrontare i pregiudizi del tempo secondo i quali il mestiere del farista era un lavoro adatto soltanto per l’uomo. La vicenda di questa donna è diventata un simbolo per l’Isola, e qualche tempo fa è stata messa in scena dall’attrice Luciana De Falco, nipote di "Lucì", la guardiana del faro che non temeva le tempeste fatte di acqua e vento bensì dovette lottare contro i pensieri e gli schemi del tempo.
Recentemente l’Agenzia del Demanio ha avviato e proposto ai privati un ampio programma di dismissione di beni pubblici tra cui la promozione di un bando di gara per la concessione della gestione dei fabbricati collegati a 11 Fari, tra cui quello di Punta Imperatore a Forio. Per tale progetto sono previste concessioni con lo scopo di destinare alla ricettività, al contatto diretto, alle attività culturali, artistiche e di valorizzazione questo patrimonio archeologico e ambientale, non solo per l’Isola in sé, ma per l’intero Paese che il Faro di Punta Imperatore ritrae sulla tela del mondo intero.
A questo proposito, il 30 settembre l’Agenzia del Demanio ha reso possibile visitare il Faro, non solo all’esterno, anche al suo interno disabitato da anni ormai. Una visita che ti regala dei panorami sublimi, con una curiosa sensazione fisica, un entusiasmo che ti spinge in avanti, ogni passo una pennellata, straordinaria la vegetazione a picco sul mare, senza timore di cadere, altri passi, altre pennellate, scorci su Panza e sulla baia di Citara senza fiato. E tra una sosta e un palpito, la tela acquista un ritmo danzante, come se le soste fossero una parte del ritmo e le pennellate un’altra, e tutte fossero in rapporto tra loro, e così, con rapida leggerezza, si ricopre la tela di linee fluide che formano uno spazio fuori ogni tempo.
Al suo interno tutto è silenzio. Sembra che niente si muova. Chissà Lucia cosa pensava, al sole del primo mattino, con le finestre verdi e blu per il riflesso del mare. L’immaginazione sembra armonia nel faro, leggero, irreale, sorprendentemente puro e eccitante. Quasi a sperar di venire lasciati soli, per continuare a pensare, a immaginare, a dipingere.
Come l'elemento dell'acqua riproduce le emozioni, il faro di Punta Imperatore è il simbolo della forza spirituale che sostiene gli uomini quando sono in preda al tormento degli abissi. Energia sospesa fra cielo e terra, vitalità, ossigeno.
Il mare che si distende come seta, la vista quasi sempre limpida delle due isole di Ventotene e Santo Stefano nel basso Lazio, e Capri dall’altro versante: la distanza ha un potere straordinario.
In questo mare di emozioni, di pennellate e sospiri misteriosi, una luce si accende, una luce si spegne. Succede a tutti. E’ il romanzo della vita.
[...] Ma fra una luce che si accende e una luce che si spegne c’è una storia. Anche la vostra.
Luciana De Falco
di Silvia D'Aguanno