Giardino Eden, location da sogno
125 gradini per raggiungere l’Eden e tutti in discesa (Latitudine 40.727, longitudine 13.960 per chi volesse saltarli a piè pari e arrivare dal mare). Difficile contarli visto che l’attenzione potrebbe essere catturata dal panorama. C’è a tratti il mare, la Torre di Guevara a sinistra, le terrazze, le piscine, gli scogli di Sant’Anna, Capri che ammicca poco più in là, con la Costiera Sorrentina e il Vesuvio, mentre imponente troneggia il Castello incorniciato da ogni prospettiva dai resti delle mura romane che giacciono a baluardo della storia che ha segnato questo versante dell’isola.
Ovunque volga il tuo sguardo, la bellezza ti sorprende.
Al Giardino Eden il lusso è custodito nell’informalità composta di un’ambiente che invita a indossare costume e infradito per crogiolarsi tra le piscine e uno dei tavoli che affacciano sul mare. Il 7 e il 7 bis sono i più ambiti, sappiatelo se non volete rinunciare al meglio, insieme allo Scoglio che si trasforma da piattaforma prendisole di giorno, in un’intima location all’imbrunire. Se i Vip possono vantare isole private in cui trascorrere le vacanze, voi potreste regalare al vostro partner e a veri gourmand una cena in questo luogo in mezzo al mare, snobbando per una volta gli ottanta posti a sedere della “terraferma”.
I pigri probabilmente si concederanno il piacere di arrivare all’Eden con una barchetta dalla Mandra o da Ischia Ponte sentendosi conquistatori di una fetta di Paradiso, viziati dalla Direzione che all’imbrunire offrirà questo servizio con il coperto. Altri lasceranno a fatica questo lido, pernottando in una delle sue camere. A disposizione infatti c’è un spazioso appartamento, quattro camere Standard, due Confort e una Superior tutte con vista o con terrazzino. Il 7 sarà il numero su cui puntare anche questa volta, lo diciamo ai nuovi avventori, mentre lo sa bene chi prenota da anni la stessa soluzione, tanto è vero che tra gli ospiti abituali si creano dei rapporti di vicinato.
Se l’attenzione non è rivolta al mare, l’occhiata fugace incontra le righe bianche e blu dei cuscini e le suppellettili sistemate in un caos ordinato di ricordi e tradizione, con scalette, parabordi, botti, lampade e una barca che è diventata un acquario naturale accogliendo crostacei di ogni tipo.
Il menù del ristorante dà attenzione al pescato in modo raffinato rispettando i sapori, ma da quest’anno propone anche il coniglio su prenotazione, con la possibilità naturalmente di accontentare celiachi e vegetariani.
Umberto Regine cura sapientemente la gastronomia grazie all’esperienza storica nel blasonato ristorante di famiglia “Umberto a Mare” a Forio, mentre da tre anni fa consulenza alla cucina del ristorante “Al Monastero” sul Castello Aragonese. Infatti i menù che si alternano a pranzo e a cena qui, propongono i Piatti dell’Amicizia che si scelgono di avere in comune con queste tre realtà.
La giornata al Giardino Eden è scandita dal dolce ozio, ma il tempo vola anche per chi lavora.
Se siete mattinieri potreste incontrare Ugo indossare una camicia di lino colorata come il suo humor e la personalità decisa di chi sa farsi ricordare. E’ sempre lui dopo il bagno, a riceve gli amici in piscina, sotto le palme che ha piantato più di quarant’anni fa con la moglie Hildegard, intento a sorseggiare il suo “champagne”, acqua e limone.
Ugo Germani ha immaginato l’Eden quando era ancora un terreno incolto. Notò l’annuncio “Vendesi”. Correva l’anno 1968. «Una sera c’era un monaco seduto. “Simò buona sera – ci racconta - . State ammirando il Paradiso?” Gli chiesti. “Se il Paradiso esiste ha queste sembianze” mi rispose. Era già deciso. Se fossi riuscito a realizzarlo l’avrei chiamato così».
Questa proprietà infatti era di nove fratelli emigrati in America e di tre rimasti a Ischia. Sembrava una scommessa impossibile, ma Ugo si ricordò della conoscenza stretta con l’Ambasciatore americano e sua moglie a cui aveva insegnato lo sci acquatico, quando lavorava con molti dei clienti del Regina Isabella per le escursioni via mare. Lo raggiunse a Roma e lo omaggiò con un cesto di pesci ischitani. Entusiasti al ricordo, l’Ambasciatore riuscì a trovare tutti i fratelli.
E’ bello sapere che il mondo è passato dal Giardino Eden e che Ugo è stato felice di conoscere il mondo anche attraverso queste persone. All’appello ci sono Onassis e Jackie che raggiunsero Ischia alla morte di Rizzoli per visitare delle sue proprietà. Se fosse stato più attento Ugo conserverebbe ancora il bigliettino scritto dalla signora per ringraziarlo dell’ospitalità e di un fascio di fiori ricevuto, ma lui è così, molto napoletano. E’ l’affascinante moglie Hildegard, di origini tedesche, a occuparsi dell’organizzazione e dell’amministrazione di questa piccola grande azienda, mentre lui da sempre è dedito all’accoglienza, tanto che i clienti hanno chiesto di lui anche quando la gestione si è alternata in precedenza a terzi.
«Non ho mai dato peso a questi personaggi, erano loro a entrare nella nostra vita e a voler stare con noi. Indelebile la conoscenza di Picasso. Se penso che ho buttato tutti gli schizzi che realizzava quando uscivavamo in barca perché erano mossi… beh adesso sarei milionario! Una volta ho anche invitato Laurance Olivier in campagna a mangiare il coniglio. “Se ti piace bene, se non ti piace sta bene ugualmente” gli dissi. Decise di rimandare l’incontro con la stampa di due settimane».
Anche le figlie di Ugo e Hildegard, Sandra e Nadia, ricordano la “dolce vita” che ha animato le serate all’Eden, conservano le foto con Jack Lemmon e Billy Wild, indelebile il ricordo del periodo di Maradona, della famiglia Agnelli e più di recente della principessa di Monaco. In particolare Nadia racconta l’arrivo della Contessa Mimosa. «Nuotava sdraiata sul suo materassino. Ormeggiava lo Yatch in rada nella Baia e veniva “scortata” dal maggiordomo che portava il materassino con il suo cagnolino, reggendo nell’altra mano l’ombrellino. La scena inutile dirlo catturava l’attenzione di tutti i presenti. L’Eden si fermava. Papà l’accompagnava al posto, si sedeva, mangiava una fetta di anguria, lasciava 50 mila lire di mancia e se ne andava».
Ugo per Sant’Anna, che anche quest’anno animerà puntuale lo specchio d’acqua di fronte al Castello Aragonese, allestiva i tavoli proprio sul mare. Coinvolgendo il multimiliardario Sacs, per i clienti si era inventato una coppa di sci nautico, che andava per la maggiore, con una premiazione dopo i tradizionali fuochi. La serata continuava a notte inoltrata con il bagno in piscina, fiumi di champagne. Per chi volesse replicare, anche se i tempi sono cambiati, l’Eden è pronto a darvi il benvenuto.