![]() ![]() Sale Sala I *VIII - VII sec.* Sala II Sala III Sala IV Sala V Sala VI Sala VII Sala VIII
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Villa Arbusto di Lacco Ameno nell'Isola d'Ischia |
Preistoria | *VIII-VII sec.* | VI-IV sec. | Età Ellenistica | Età Romana |
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Dopo la visita alla Sezione Preistorica del Museo (sala 1), si consiglia di riprendere il percorso di visita dalla sala 2 dedicata, con le successive sale 3 e 4, alla colonia greca di Pithecusae. Qui il materiale archeologico è esposto in modo da illustrare i diversi aspetti della vita e della attività dei coloni greci che sbarcarono ad Ischia intorno al 770/760 a.C., la cui prosperità era fondata sul commercio, sull'industria metallurgica e sulla produzione di ceramica.
Le relazioni commerciali che Pithecusae (in greco, Pithekoussai) intratteneva durante la seconda metà dell'VIII sec. a.C., documentate da oggetti importati, spaziavano dal vicino Oriente a Cartagine, dalla Grecia alla Spagna, dall'Etruria meridionale alla Puglia, alla Calabria ionica e alla Sardegna. In nessun altro sito greco, della Grecia stessa come delle sue colonie, si sono trovati oggetti provenienti da un così vasto ambito geografico.
Quali fossero le merci principali oggetto delle attività commerciali dei Pitecusani rimane tuttavia incerto, ed è al riguardo possibile fare soltanto delle ipotesi, giacché i numerosi reperti importati, rinvenuti nei corredi tombali e negli scarichi delle abitazioni, non rappresentano certo gli oggetti principali degli scambi ma costituiscono, in buona parte, soltanto oggetti più o meno casuali dell'accompagnamento funerario. Essi forniscono tuttavia elementi di conoscenza preziosi, perché ci indicano le regioni, prossime o remote, con le quali Pithecusae intratteneva relazioni commerciali durante la seconda metà dell'VIII sec. a.C., periodo che corrisponde al maggiore sviluppo dell'insediamento.
Dall'inizio del VII sec. a.C., infatti, gli oggetti
importati spariscono, ad eccezione di alcuni tipi di ceramica, meno significativi come
indizi di rotte commerciali perché importati dovunque, come quella di Corinto e, più
tardi, quella di Atene.
Tra
i materiali importati nell'VIII sec. a.C. vanno ricordati innanzitutto quei piccoli
oggetti esotici cui, per la fama di depositari di antica sapienza delle civiltà orientali
da cui provenivano, si attribuiva il valore magico di allontanare influssi malefici, come
malocchio e malattie, e che perciò si appendevano come amuleti al collo, specialmente dei
bambini. Si tratta di oggetti di tipo egizio (minuscole statuine e scarabei) e di un
particolare tipo di sigilli scaraboidi, detti "del Suonatore di lira" per la
figura che spesso vi si trova incisa sulla base, piatta, e che provengono dalla Siria
settentrionale.
E' una serie omogenea, per lo più in serpentina rossa o verde, con rappresentazioni di figure, quasi sempre maschili, rese in diversi atteggiamenti ma sempre con la stessa, inconfondibile stilizzazione. Alle figure umane sono associati animali (uccelli, leoni, cervi, stambecchi e pesci), alberi sacri e vari segni simbolici come nelle figure qui riportate.