Index
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Indice

Piantina

Sale

Sala I
*Neolitico*
- Vetrine 1-2
Età del Bronzo
- Vetrina 3
- Vet. 4-5
Età del Ferro
- Vet. 6-9

VIII - VII sec.

Sala II
- Vetrina 10
- Vet. 11-12
- Vetrina 13
- Vetrina 14
- Vetrina 15
- Vet. 16-17
- Vetrina 18

Sala III
- Vet. 19-26

Sala IV
- Vet. 27-33

VI-IV sec.

Sala V
- Vet. 34-37

Sala VI
- Vet. 38-42

*Età Ellenistica

Sala VII
- Vet. 44-47
- Altri materiali

*Età Romana

Sala VIII
- Vet. 51-53
- Basi e pareti

Museo Archeologico di Pithecusae
Villa Arbusto di Lacco Ameno nell'Isola d'Ischia


ETA' PREISTORICA
NEOLITICO MEDIO SUPERIORE 3500 ca. a.C.
(Sala I, vetrine 1-2)
Introduzione storica

Il racconto della storia degli antichi insediamenti umani su Ischia si apre, nelle prime due sale del Museo di Pithecusae, con la Preistoria.

Paleolitico

Durante il Paleolitico, avviandosi verso la Storia (Protostoria), l'uomo ha esercitato esclusivamente attività economiche primarie quali la raccolta di prodotti non coltivati, la caccia e la pesca. Di questa più antica industria umana non si hanno tracce ad Ischia, ma questa circostanza non può destare meraviglia se si considera che, in quell'epoca, l'isola era appena emersa dal mare e non ancora abitabile, perché soggetta di frequente a catastrofici sconvolgimenti vulcanici.

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Neolitico

Con l'avvento del Neolitico (12000-11000 anni fa) l'uomo ha cominciato lentamente a sostituire alla caccia l'allevamento degli animali domestici ed ha introdotto l'agricoltura in luogo della raccolta. E' a quest'epoca che risalgono le più antiche testimonianze dell'insediamento umano nell'isola di Ischia, appartenenti al periodo che viene convenzionalmente indicato dagli studiosi come Neolitico Medio Superiore (circa 5500 anni fa).

Mentre da varie località dell'isola provengono isolati strumenti neolitici di pietra, rinvenimenti molto più consistenti sono stati effettuati, negli anni '60 di questo secolo, in località Cilento, a poche decine di metri a nord dell'ingresso del Cimitero di Ischia, dove era operante una cava di pozzolana, oggi nuovamente riempita. I reperti si trovano depositati in uno strato di terra già formante un'antica superficie del suolo (paleosuolo), sepolta sotto parecchi metri di fine cenere vulcanica, detta "Formazione di Piano Liguori", dal nome di una località situata all'incirca al centro dell'area in cui affiorava questa cinerite.

Scarse testimonianze di una facies differente e più recente di quella rinvenuta in località Cilento sono state trovate nella vicina località S. Michele, e si pongono cronologicamente tra 5000 e 3500 anni fa.

Prima dei rinvenimenti di Ischia, il Neolitico della regione flegrea era conosciuto unicamente da alcuni reperti oggetto di rinvenimenti sporadici effettuati nel secolo scorso, cui devono ora aggiungersi gli avanzi neolitici rinvenuti tra il 1978 ed il 1985 in località Bellavista, all'estremità sud-orientale del promontorio di Monte di Procida, appartenenti ad una facies del tutto analoga a quella presente ad Ischia nel paleosuolo della località Cilento.

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Reperti della località Cilento

I reperti dalla località Cilento consistono in frammenti sia di semplici vasi di impasto non decorati sia di vasi dipinti in argilla depurata, naturalmente tutti fatti a mano senza ancora l'aiuto del tornio. Questi ultimi, almeno in parte, sono affini al vasellame della Cultura di Serra d'Alto (detta così dal giacimento sulla omonima collina presso Matera), la cui ceramica figulina è giallastra o rossiccia, a pareti piuttosto sottili. Tra le forme predominano le olle a corpo sferico, i boccali monoansati con alto collo svasato o verticale, brocche con collo verticale, corpo bombato ed anse a nastro, bicchieri a fondo piano. La sintassi decorativa, resa con pittura di colore bruno, utilizza motivi complessi come il meandro, la spirale, reticoli di losanghe alternate a fasce risparmiate e triangoli pieni disposti a scacchiera.

Insieme con la ceramica si sono trovati, nella stazione neolitica di Cilento, pesi in terracotta per reti da pesca e strumenti di pietra, soprattutto lame di coltelli e schegge residue della lavorazione di utensili, di selce e di ossidiana.

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Materiali di importazione

Questi ultimi materiali, che non si trovano nell'isola di Ischia, dovevano essere importati. L'area più vicina ove si trovano noduli di selce è la penisola sorrentina; l'ossidiana, un vetro vulcanico di colore nero che, per le sue fratture lisce e taglienti, la sua durezza e struttura omogenea, si presta in modo particolare alla lavorazione di strumenti, proviene invece dall'isola di Palmarola (arcipelago pontino).

Altri importanti giacimenti di questa materia prima si trovano, in Italia, nelle isole di Pantelleria, di Lipari e sul Monte Arci in Sardegna.

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