Andar per sentieri Ischia si scopre a piedi
#Andarpersentieri - ll programma della manifestazione tra mare e vulcani, natura, archeologia e geologia ad Ischia.
Una settimana alla scoperta delle bellezze dell'isola, itinerari inediti per conoscere l'anima verde di Ischia: questa è “Andar per Sentieri”, la manifestazione di turismo slow e sostenibile che si avvia verso la sua quarta edizione, in programma dal giorno 11 maggio al 14 maggio.
Un calendario di appuntamenti per gli amanti del trekking promosso da 8 associazioni, Pro Loco Panza, Cai Isola d’Ischia, Strade del vino e dei prodotti tipici, Associazione Nemo, Associazione amici di Piazza Maio, Epomeo in sella, Associazione PIDA – Premio Internazionale Ischia di Architettura e Federalberghi Ischia che propongono una vera e propria full immersion tra boschi e sentieri, passando per pinete, colline, monti e scenari mozzafiato a picco sul mare.
Nitrodi: millenario fluire di salute e benessere
“Copiosa sempre scaturisce a piedi di un ammasso di pezzi di lava sorretto da un muro ove sono appilcati tre piccoli doccioni, per i quali l’acqua fluisce”
G.D’Ascia 1864
La storia della sorgente di Nitrodi è davvero singolare e straordinaria. È noto infatti che già nel I sec. a.C. la Fonte di Nitrodi godesse di una certa fama in tutto l’impero romano. I numerosi rilievi trovati nel 1757 presso la sorgente e oggi conservati al MANN dimostrano infatti che i fruitori dell’epoca provenivano da varie parti dell’Impero ed appartenevano ai ceti sociali più elevati. La storia della Fonte in epoca greca, intanto, è ancora poco conosciuta e non studiata. Recenti lavori di ammodernamento al piano terra della struttura hanno messo in evidenza e riportato alla luce gli antichi “doccioni”, ancora oggi funzionanti, che hanno permesso di accertare come alcuni grossi blocchi di pietra, utili a sorreggere tali doccioni, siano con molta probabilità stati realizzati in epoca antecedente a quella romana. La sorgente proprio in questo periodo storico era consacrata al Dio Apollo e alle Ninfe Nitrodi.
Restituta, venuta dal mare
Torna Maggio e con esso tornano sulla nostra bella isola profumi intensi e magie di serate da vivere insieme. Torna soprattutto la magia e l’incanto della Festa di Santa Restituta, Patrona di Lacco Ameno e della Diocesi di Ischia e c’è da scommettere che saranno come ogni anno in tantissimi a riversarsi nella cittadina lacchese nei giorni di festa in onore della Santa da ogni parte dell’isola.
Lo zolfo e il pegno dell'anello
Il nome della seconda città isolana per importanza ed estensione, racchiude tutto il fascino delle influenze che l’hanno animata e, secondo alcuni studiosi, deriverebbe da «Fiorio», a simboleggiare il fiorire dopo la distruzione di altri Casali. Secondo altri è più probabile che discenda dal greco «phoròs», ossia «fertile» oppure - ancora meglio - da «chorìon» cioè «villaggio». Il mese di giugno è il più adatto per visitare la «terra di mezzo», posta tra i promontori di Punta Caruso – conosciuta con il nome di Zaro – e Punta Imperatore.
Gli eroi del vino a Ischia
Nicola agita il bicchiere in senso rotatorio, è soddisfatto mentre lo fa. I profumi dei suoi vini sono puliti, nitidi, raffinati, aromi che rivelano la storia di vini pieni di carattere, eleganti e della grande fatica che nasconde un bicchiere di nettare ben fatto. Il lavoro in vigna è duro, spiega Nicola e mentre lo racconta ha il volto compiaciuto. Il vino non è che il frutto di un progetto ben congeniato che nasce dalla terra e dal lavoro instancabile di chi vi dedica dietro le quinte, uomini senza volto che offrono la propria vita alla terra. Il vino, si sa, si fa in vigna, tutti noi lo sappiamo, ma Nicola, Vera e Antonio Mazzella ne sanno un po' di più. La loro vita si complica quando i vigneti si piegano all’arte di un funambolismo estremo ed il lavoro diventa più difficile. Cieli tersi e vigne vigorose aggrappate su terrazzamenti scoscesi a picco sul mare sono l’immagine calzante di quella che viene definita viticoltura eroica.
Ipomea del Negombo 2017
Il 26, 27 e 28 maggio 2017, patrocinata dal comune di Lacco Ameno, avrà luogo la quindicesima edizione di Ipomea, mostra mercato di piante rare ed inconsuete della fascia temperata calda.
L’apertura è venerdì 26 maggio dalle ore 15.00 alle 20.30, sabato e domenica dalle ore 10.30 alle 20.30. Si svolgerà nel Parco Botanico Idrotermale del Negombo. Il 28 maggio, alle 16.30, il programma estende la possibilità di conversare con i paesaggisti Ermanno Casasco e Patrizia Pozzi o di assistere al lavoro dei due illustratori, Simo Capecchi e Alessandro Rak che, in contemporanea, eseguiranno un reportage grafico descrivendo le piante più curiose, raccontandone coltivazione, usi e aneddoti, disegnando davanti al pubblico. Ipomea vuole essere affermazione della cultura e del senso del luogo attraverso il mondo delle piante, delle essenze e dei prodotti naturali. La mostra sarà associata al Museo delle Farfalle “Lepidoptera”, visitabile dal 18 maggio al 31 Luglio, e per l’intero mese di Settembre. Un periodo più lungo allo scopo di trasformarlo in una vera e propria attrattiva semipermanente sull’Isola d’Ischia.
Ariosto in accademia L’Orlando di Cocciardo
“Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori… io canto”
Il retorico chiasmo, come un tris tracciato dall’incrocio di quattro pennellate, apre e sintetizza l’Orlando furioso di Ariosto. Disciplinato da una griglia di ottave di endecasillabi, il poema cavalleresco si articola in un turbinio di personaggi, eventi, sentimenti che si affollano, si accalcano, si avvicendano. Si pensi ai dipinti o agli arazzi rinascimentali che raffigurano le epiche battaglie di Pavia, Roncisvalle,San Romano di artisti come Paolo Uccello, Ruprecht Heller, dove si avvolgono come onde, teorie di forme e colori (corpi in torsione convulsa, armature, muscoli di guerrieri e cavalli) scandite da lunghe file di lance che montano un’impalcatura geometrica fatta di corrispondenze tra rette, semiassi, raggi con diametri di tensioni: una calca biblica di uomini e bestie che è impossibile enumerare e immediatamente distinguere nei particolari ma che, tuttavia, funziona come un meccanismo perfetto.
Tra vino e mare: i 50 anni della D.O.C.
Nel corso dei millenni l’isola d’Ischia ha vissuto periodi alterni di stabilità geologica e politica e la sua viticoltura ne ha seguito la storia, espandendosi e contraendosi secondo i ritmi della natura e la necessità degli uomini. Da quando la presenza umana sull’isola è documentata, prima dagli scavi archeologici e poi dalle fonti scritte, si possono riconoscere tre momenti importanti nella vitienologia ischitana. Il periodo greco, risalente all’VIII secolo a.C. trova la sua più significativa testimonianza nel ritrovamento della Coppa di Nestore,
Il trekking dell'anima nell'isola perfetta
*…Questa vicina è Ischia, e Ischia è la perfezione… La splendida Isola ride giocosamente in mezzo alle onde e trae quasi con lacci incantati la navicella sempre più presso alle sue sponde, che appariscono tutto intorno ricinte di una oscura fascia di lava sulla quale spumeggia rumorosa la marea. Se il sole batte sull’Isola si possono anche dal mare distinguere nettamente le forme e le specie dei singoli alberi. Ed è specialmente l’albero della pace, l’ulivo, che con il grigio fogliame e co’ rami verde-cupi risaltanti sul fondo bruno del terreno di tufo forma una gradevole armonia di colori in mille finissime gradazioni di tinte.
L’Arciconfraternita Visitapoveri
A FORIO QUATTRO SECOLI DI STORIA SENZA TEMPO.
Bisogna fare i conti col tempo. Un tempo che appare simile al Giano Bifronte, antica divinità romana. Fugge, con uno sguardo rivolto al passato che sapeva riconoscere e indovinare ma rimane fermo, immobile e impassibile, e gode nei suoi tratti essenziali degli intarsi sul legno della memoria, guardando al futuro. C’è un tempo che scorre e uno che resta fermo. Che fa i conti con se stesso, guardando dentro, ma che allo stesso tempo tutela ciò che produce con gli occhi a ciò che è fuori, per raggiungerlo. Che combatte a spada tratta contro le sue erosioni, ritmate dai passaggi di stagioni che si alternano sempre uguali e che scorrono lasciando i segni lungo i quattrocento anni di vita dell’ Arciconfraternita Visitapoveri. È questa la prima impressione, dopo ne compariranno altre allo sguardo attento del visitatore ve lo assicuro, non appena si varca la porta di un edificio all’apparenza mesto ma sobrio e maestoso. Circondato dal rione dei pescatori, la stradina si collega al vecchio molo borbonico, prende il nome anche di “Chiesa di Santa Maria di Visitapoveri”.